Blitz di finanza e polizia, sequestrati beni per 20 milioniL'accusa: fondi dei clan pugliesi riciclati a Pescara

Maxi operazione di guardia di Finanza e squadra mobile. Sigilli al bar di viale Regina Margherita e agli altri locali della famiglia Granatiero che, secondo gli inquirenti, sarebbero legati economicamente al clan foggiano dei Romito. Gli indagati sono sette. Notifiche anche a Manfredonia, luogo di origine dei titolari delle attività

PESCARA. Sigilli ai beni della famiglia Granatiero a Pescara. Il caffé Venezia in piazza Salotto e l'omonimo in via Venezia, il panificio accanto, il locale Piano terra a Pescara vecchia, l'Università della pizza in piazza Martiri Pennesi e il locale della dismessa attività Love boat in via Montanara sono stati posti sotto sequestro preventivo in una grande operazione che sta coinvolgendo 70 uomini della finanza e della squadra mobile. L'accusa è riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Gli investigatori ipotizzano un giro di soldi illeciti di circa 20 milioni di euro. "L'indagine è  ancora aperta", ha dichiarato il procuratore Trifuoggi, "L'occupazione è salva grazie all'amministratore giudiziario chiamato a fare subito l'inventario dei beni e a garantire la gestione e i posti di lavoro". I legali dei Granatiero però passano subito al contrattacco: "Chiediamo il dissequestro. Nessun legame con i clan".

FOTO Il sequestro del Caffé Venezia
VIDEO Trifuoggi: stop al riciclaggio

Riciclaggio dei fondi dei clan pugliesi
. Scrive il gip Maria Michela Di Fine nell'ordinanza del decreto di sequestro preventivo: "E' emerso che Michele Sebastiano Granatiero e Pasquale Granatiero, reali dominus gestori delle attività economiche poste sotto sequestro, siano economicamente legati al clan Romito operante nel foggiano, ovvero a persone risultate gravitare in ambiente di elevatissimo spessore criminale e che, da essi, ricevevano denaro contante da reinvestire".

Sette indagati
. Le persone coinvolte nella maxi operazione sono sette: Michele Sebastiano Granatiero, 36 anni, nato e residente a Manfredonia; Pasquale Granatiero, 34 anni, nato a Manfredonia e residente a Pescara; Antonia Grieco, 72 anni, nata e residente a Manfredonia; Rita Lucia Granatiero, 39 anni, nata e residente a Manfredonia; Giuseppe Prencipe, 54 anni, nato a Manfredonia e residente a Pescara; Anna Brigida e Severino Prato. Per tutti, le accuse formulate dal pm Gennaro Varone sono di riciclaggio e impegno di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

I Granatiero presentano istanza di dissequestro. Sarà depositata, già nella giornata di domani, presso il Tribunale del Riesame l'istanza di dissequestro dei locali a cui sono stati posti i sigilli. Lo ha annunciato l'avvocato Giuseppe Cantagallo. Il legale della famiglia Granatiero rigetta anche tutte le accuse contestate ai suoi clienti, tra cui quella di riciclaggio. "Sui legami poi con la famiglia Romito", dichiara l'avvocat, "i miei assistiti sono esterrefatti. L'unico legame tra i Granatiero e i Romito è legato al fatto che entrambi risiedevano anni fa a Manfredonia. I miei clienti sono andati via da quel posto proprio per evitare contatti con questa gente". L'avvocato sottolinea inoltre che la Procura aveva presentato richiesta di misura cautelare personale per gli indagati, poi rigettata dal Gip di Pescara, Maria Michela Di Fine. "Questo fatto", sottolinea il legale, "ci conforta".

Sigilli in pieno centro. Spettacolare e particolarmente significativo per la città il sequestro del Caffé Venezia in viale Regina Margherita. I clienti sono stati fatti uscire dal bar. Il questore Paolo Passamonti, il comandante della finanza Maurizio Favia, il capo della squadra mobile Pierfrancesco Muriana sono arrivati di fronte al bar in piazza Salotto sequestrato dal gip del tribunale Maria Michela Di Fine su richiesta del procuratore capo Nicola Trifuoggi e del sostituto procuratore Gennaro Varone.

Notifiche anche a Manfredonia. Oltre al sequestro del locale in pieno centro, sono scattati i sigilli anche all'altro "Caffé Venezia", in via Venezia, e all'adiacente panificio, al "Piano Terra", in corso Manthoné, e alla dismessa attività "Love boat" in via Montanara, Sotto sequestro anche conti correnti e beni aziendali. Il valore complessivo è di circa venti milioni di euro. Parte delle notifiche sono state eseguite a Manfredonia, luogo di origine dei titolari dei locali.
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