Blocco della pesca, la resa di 60 barche

5 Luglio 2012

Ultime uscita in mare per la marineria: stop di 3 mesi. Le giostre sulle banchine senza più merci e turisti

PESCARA. L’ultima volta sarà stanotte, poi, i 60 pescherecci della marineria di Pescara si fermeranno. Una resa per il mancato dragaggio del porto, diventato una palude pericolosa. Così, il porto perduto è stato invaso dalle giostre: da 2 giorni, la carovana del luna park ha occupato la banchina al posto dei camion con le merci e dei 500 mila turisti che, per 7 anni, sono andati e tornati dalla Croazia con il catamarano Pescara jet della Snav. Davanti agli imbarchi per Spalato e per Stari Grad, località turistica dell’isola di Hvar, è stato montato il Brucomela. Una beffa per la marineria e per le imprese dell’indotto che, in 16 mesi neri come la pece, hanno perso 74 posti di lavoro e bruciato un giro d’affari di 1,8 milioni di euro.

Bandiera bianca. Entrare e uscire dal porto con il fondale troppo basso e minato dai fanghi inquinati è un rischio e la pesca si ferma. Alle 3 della notte tra domani e sabato l’ultima asta al mercato ittico. Dalla settimana prossima, sui banchi arriverà il pesce pescato dalle altre marinerie abruzzesi e importato da Tirreno e Ionio. Alza bandiera bianca la marineria di fronte al dragaggio farsa, un’opera di ordinaria manutenzione attesa dal 2007 e costata già 4,5 milioni di euro ma finita in un vicolo cieco. Non sarà gratis tenere le barche ferme alla banchina, insieme a uno strato di melma, alghe e rifiuti: la spesa, 780 mila euro di fondi pubblici, ricadrà sulle tasche degli abruzzesi. Ognuno del 1.345.000 abruzzesi, per un mese di fermo delle barche causa mancati lavori, dovrà pagare quasi 60 centesimi a testa, compresi neonati e centenari.

Soldi pubblici. Sono 4 gli enti che partecipano alla spesa: Regione Abruzzo con 550 mila euro, Comune di Pescara con 100 mila, Provincia di Pescara con 30 mila e Camera di Commercio con altri 100 mila.

Barche ferme. Quello che partirà domani sarà un fermo pesca senza precedenti: le barche di Pescara resteranno ancorate alla banchina per un mese a causa dell’emergenza dragaggio senza fine e, poi, trascorso questo periodo, prenderà il via il fermo biologico per consentire la ripopolazione delle specie ittiche. A conti fatti, la marineria tornerà in mare il 5 ottobre prossimo. Con l’incognita del dragaggio. Secondo le direttive della Regione, i lavori non potranno essere eseguiti tra luglio e agosto con i bagnanti in spiaggia: la Camera di commercio, con una presa di posizione del presidente Daniele Becci ha chiesto che i lavori partano dal 15 settembre. Dare una data certa è impossibile: anche il comandante della direzione marittima di Pescara Luciano Pozzolano non può rispondere.

Analisi. La certezza è che l’Arta ha avviato l’iter per eseguire nuove analisi sui sedimenti del porto e, in base ai documenti dell’ente, sarà una spesa di circa 300 mila euro. Un grande numero che si aggiungerà agli altri 26 mila euro spesi per comprare un nuovo macchinario ritenuto indispensabile per analizzare i fanghi inquinati, finiti al centro di un contenzioso tra l’Arta e l’Indam sotto la lente d’ingrandimento della procura distrettuale Antimafia dell’Aquila e dei carabinieri del Noe di Pescara. Il direttore generale dell’Arta, Mario Amicone, ha scelto anche 3 dipendenti dell’Arta che dovranno seguire passo dopo passo ogni fase dei campionamenti dei fanghi.

Piccola pesca. Il blocco non interesserà le 20 vongolare e le barche della piccola pesca: così, la Giancarlo padre, 7 metri di lunghezza con un pescaggio inferiore a un metro, e un’altra decina di imbarcazioni continueranno a pescare per rifornire la vendita al dettaglio. «Le nostre barche continueranno a uscire, il pesce locale non mancherà», ripete ai suoi clienti il proprietario della barca, Tonino, mentre gli operai extracomunitari, sulla banchina, riparano le reti.

Pulizia della melma. Intanto, la capitaneria di porto annuncia che partiranno oggi i lavori per rimuovere melma, alghe e rifiuti: «Un’abnorme quantità di materiale organico», recita un dispaccio della guardia costiera, «la pulizia durerà circa 2 settimane e sarà condotta da una ditta specializzata con utilizzo di mezzi nautici e terrestri». Tanto per capire quanto è attesa la pulizia dell’acqua basta dire che la nota della guardia costiera è intitolata «Porto, almeno si fa un po’ di pulizia» e contiene 2 punti esclamativi. Il comunicato prosegue: «Dopo reiterate richieste al Provveditorato interregionale opere pubbliche di Roma competente per Lazio, Abruzzo e Sardegna, la capitaneria di porto è riuscita, finalmente, a ottenere l’esecuzione di lavori urgenti per la sanificazione straordinaria degli specchi acquei del porto».

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