Bocciata la discarica Deco a Collecorvino

La Regione nega il permesso, Pescara resta senza impianti per scaricare la spazzatura

PESCARA. Il comitato regionale per la Valutazione d'impatto ambientale ha detto no a una discarica in contrada Caparrone a Collecorvino. In una riunione convocata all'Aquila due giorni fa, il comitato dei tecnici ha bocciato il progetto, contestato, della Deco spa di Spoltore.

La motivazione del no alla discarica sull'area dell'ex Biodem - una bomba ecologica chiusa da dodici anni e inquinata da percolato, nitriti, solfati, ferro, nichel, arsenico, cromo - è ancora riservata ma la decisione sull'impianto della Deco con una capacità da 1,3 milioni di metri cubi di rifiuti a un passo dalle aziende agricole arriva sull'orlo dell'emergenza immondizia in provincia di Pescara. Per la Deco, il no del comitato Via è un macigno: l'azienda ha cambiato il progetto già una volta tagliandolo da una volumetria di due milioni e 110 mila metri cubi di spazzatura a 1,3, oltre alla bonifica del sito inquinato e alla realizzazione di una centrale di biogas. Una diminuzione che non è bastata a frenare la protesta dei residenti riuniti nell'associazione Ripamare, presieduta da Vittorio Forte e Umberto Freres.

L'EMERGENZA. Di fronte agli impianti che non ci sono e alla capienza delle discariche, emergenza è la parola che rimbalza dai documenti ufficiali. La discarica di Colle Cese a Spoltore, di proprietà della società pubblica Ambiente spa e gestita dalla Deco dei fratelli Rodolfo ed Ettore Ferdinando Di Zio, ha tre mesi di autonomia secondo l'allarme della commissione provinciale di Vigilanza, presieduta dal consigliere Camillo Sborgia (Idv), che ha fatto un sopralluogo nell'impianto. Senza un'altra discarica, la provincia rischia di restare con i rifiuti sulle strade: per fotografare l'ampiezza della crisi basta dire che, insieme, Pescara, Montesilvano, Città Sant'Angelo, Cepagatti e Spoltore producono più di 122 mila tonnellate di spazzatura all'anno con una raccolta differenziata che, a Pescara, arriva al 20,93 per cento e a Montesilvano al 16,18 (dati 2009).

PIANO DI SACCO. La prima alternativa all'emergenza rifiuti abita di fronte al sito ex Biodem: si tratta di una discarica che la società pubblica Ambiente spa vuole costruire a Piano di Sacco a Città Sant'Angelo. Secondo Massimo Sfamurri, presidente della società composta da 31 amministrazioni comunali del Pescarese e dalla Comunità montana Vestina, la discarica è necessaria. Ma il progetto divide già i residenti: oggi nella frazione di Villa Cipressi è in programma un incontro tra i cittadini.

NO DELL'ASSESSORE. «Nell'occasione», annuncia su Facebook l'assessore provinciale ai Lavori pubblici Roberto Ruggieri del Pdl, residente a Città Sant'Angelo, «esternerò il mio no assoluto a questo tipo di risoluzione del problema rifiuti evidenziando valide alternative per nulla impattanti e nocive alla popolazione». Anche Rifondazione comunista è contraria: «Riteniamo», dice Marco Fars, segretario regionale di Rifondazione comunista, «che sia Collecorvino che Città Sant'Angelo non siano tra le migliori collocazioni per simili impianti, come sollevato dai comitati di cittadini».

L'INTERROGAZIONE. Sull'impianto di Piano Sacco è pronta a un'interrogazione del consigliere provinciale dell'Idv Attilio Di Mattia: «Da informazioni sommarie assunte presso i competenti uffici», così scrive nell'interrogazione che sarà protocollata oggi, «è emerso che un simile impianto non possa essere autorizzato dalla Regione Abruzzo. Il rischio concreto che si delinea è, quindi, quello di un'emergenza tenuto conto che mentre la Provincia persegue soluzioni che potrebbero rivelarsi irrealizzabili, nel frattempo, la capienza residua degli impianti provinciali è prossima a esaurirsi».

CAVA A ROSCIANO. La seconda alternativa arriva da Rosciano: la Md Dumping Ground Treatment dell'imprenditore Giuseppe Bellia vuole realizzare una discarica da 100 mila metri in una cava. Protesta il Wwf: «Il Wwf», dice l'associazione ambientalista, «esprime forte preoccupazione per l'impianto in questione e chiede a tutte le associazioni e ai cittadini di informarsi sul progetto per presentare le proprie osservazioni. Emergono gravi carenze nella comunicazione al pubblico sulla reale consistenza dell'intervento. Nella sintesi non tecnica disponibile sul sito della Regione Abruzzo non sono riportati i dati sulla volumetria totale della discarica e sui rifiuti trattati».

SITO A PIANELLA. Terza alternativa, sostenuta da Ambiente, è la riapertura della discarica di Pianella «come sito temporaneo per i rifiuti». Ma per la bozza del piano provinciale dei rifiuti la discarica a 180 metri dal fiume Nora «è in contrasto con i criteri localizzativi previsti» e «si propone la bonifica dell'area».

PIANO SOLIDARIETA'. «La provincia», avverte Fars, «è sull'orlo dell'emergenza, ma in Abruzzo abbiamo di fronte almeno tre anni di tempo prima dell'esaurimento delle discariche. Si attivi subito un piano di solidarietà interprovinciale (come Pescara ha fatto con Teramo) onde scongiurare l'emergenza e si investa rapidamente sul potenziamento della raccolta differenziata e del compostaggio».

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