Cade dal quinto piano e muore, Pescara sconvolta per la scomparsa del giovane medico Tommaso De Vita

12 Febbraio 2025

L’uomo, che aveva 32 anni, è precipitato ieri dalla finestra del reparto di Oncologia, al Santo Spirito, dov’era in day hospital per accertamenti. Si stava specializzando in Ostetricia, tra le sue passioni viaggi e animali

PESCARA. Quella malattia l’aveva studiata bene anche all’università. E, imprevedibile come la vita, ci si era trovato a lottare con tutta la sua forza. Tommaso De Vita, medico di 32 anni, ieri era ricoverato in day hospital per alcune terapie nel reparto di Oncologia, è precipitato dal quinto piano dell’ospedale Santo Spirito di Pescara. Vani i tentativi di rianimazione: l’impatto violentissimo da quasi 15 metri di altezza non gli ha lasciato scampo. Una tragedia piombata in un pomeriggio di cielo sereno, a pochi passi dal raggiungimento del suo sogno con la conclusione della specializzazione in Ostetricia e Ginecologia. Sul caso ora è aperto un fascicolo che chiarirà le cause della caduta: si sospetta si tratti di un gesto volontario.

Le corsie dell’ospedale erano ormai di casa perché De Vita sognava un futuro proprio lì. Ma in ospedale il medico andava anche per le cure dopo aver scoperto un male. E così ieri era salito al quinto piano dell’ospedale di Pescara, nel dipartimento Oncologico Ematologico diretto dal dottor Mauro Di Ianni, per degli accertamenti. Seppur giovane, da medico De Vita sapeva di quel reparto e della sua brutalità più di altri. Le cause sono ancora in corso di accertamento, ma stando ad una prima ricostruzione, intorno alle 13,20 il giovane ha aperto la finestra del quinto pianto, strappando poi la rete della zanzariera. Il salto nel vuoto. Quindici metri. In un ospedale frequentato e in piena attività, il suo corpo è piombato sul cemento dietro alla chiesa dell’ospedale, al fianco della parte finale del parcheggio principale.

Immediato l’allarme degli infermieri e dei dottori. Ma non c’è stato nulla da fare. Fatale l’impatto a terra. Sul posto sono subito arrivati gli agenti del posto fisso di polizia in ospedale e le guardie giurate Italpol. Per i rilievi sono arrivati anche gli agenti della polizia scientifica e i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Pescara. Sotto choc tutto l’ospedale e alcuni pazienti che, diretti al parcheggio, hanno visto la scena davanti ai loro occhi. I rilievi sono andati avanti a lungo: agenti e militari hanno cercato a fondo anche nella stanza dove era ricoverato il giovane alla ricerca di dettagli o altri particolari necessari a ricostruire il movente del gesto. Al momento, non sono stati trovati bigliettini lasciati dal giovane. Nei prossimi giorni, possono uscire ulteriori elementi dall’analisi del telefonino del medico.

Originario di Taranto, De Vita aveva trascorso ormai la maggior parte degli anni in Abruzzo, a Pescara. Dopo il diploma al liceo classico, il giovane si era trasferito a Pescara per coronare il sogno di indossare il camice bianco. E nel 2019, dopo anni di studio e sacrifici, era arrivata la laurea in Medicina 2019 all’università Gabriele d’Annunzio. La sua ambizione era quella di poter assistere al momento in cui nasce la vita. Così aveva scelto di specializzarsi in Ostetricia e Ginecologia. Ormai agli sgoccioli, a breve avrebbe concluso il percorso. Un percorso in cui il medico aveva già fatto esperienza nell’ospedale Miulli, in provincia di Bari, e poi un periodo alla New York University. Una voglia matta di viaggiare, girare il mondo, vedere i posti insieme alla sua compagna di avventura, la sua fidanzata Federica, conosciuta sui banchi della d’Annunzio.

Insieme si abbracciano sullo sfondo dell’aurora boreale in una foto lasciata ai ricordi del suo profilo Facebook. Ma De Vita aveva fame di conoscere tutto il mondo: tanti i viaggi che aveva già fatto con gli amici e con la compagna Federica. Ci sono i ricordi e i video con gli amici sul mare della Groenlandia, le cascate e i posti magici della California. E ancora la Thailandia, il Portogallo e l’America. Fra le sue passioni anche quella dell’arte, con il dipinto della Notte stellata di Van Gogh a rappresentare la sua foto profilo. Amante degli animali, da oltre sei anni al suo fianco c’era il suo amico fedele a quattro zampe: il suo cane amstaff bianco e marrone.

Da alcuni anni De Vita lottava con un male. Ma lui, sempre sorretto dalla sua compagna, cercava di aiutare gli altri. Erano frequenti le donazioni e raccolte fondi che apriva in favore di onlus e associazioni contro le malattie. Persino nel giorno del suo compleanno, il 13 settembre, il medico aveva lasciato ai social una raccolta fondi. Oggi è un giorno di lutto per l’università d’Annunzio: «Un doloroso sgomento, a nome della comunità universitaria esprimo il grande cordoglio e l’affettuosa vicinanza ai familiari del nostro giovane specializzando», è il messaggio di cordoglio del rettore Liborio Stuppia. «Aveva una voglia di apprendere incredibile», racconta Gian Mario Tiboni, ordinario di Ostetricia e ginecologia alla d’Annunzio, «cordiale con tutti e ben voluto. Era un uomo fortissimo che continuava a combattere nonostante la malattia».

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