CARO PROVOCATORE SBAGLI PROSPETTIVA
Ma come ti permetti brutto panzone di chiamare la mia città “vecchia puttana”. Si va be’ la provocazione, ma c’è sempre un limite. Sì che sei un grande fotografo ma come reagiresti tu se qualcuno offendesse pesantemente tua madre. E già, perché una città con le sue appendici fatte di piccoli borghi segnati dal tempo e fermi nello spazio è un po’ come una mamma.
La Mamma ti alleva, ti protegge, ti fa sentire importante, non ti abbandona mai anche quando le dai dispiaceri e le ferisci il cuore. E quando se ne va per sempre senti il vuoto che ti assale e ripensi, ripensi, ripensi. E no, vecchia puttana proprio no. Oliviero Toscani stavolta l’hai detta grossa. Eppure… Ma come eppure, no non mi devo far venire dubbi. Eppure… se quel provocatore ci avesse azzeccato anche questa volta. Il ricordo vola all’indietro. Anzi nemmeno vola perché è sempre qui, dietro l’angolo di una strada, nascosto in una scatola di cioccolatini, dentro un gelato alla fragola, lungo un sentiero pietroso.
La mattina del sei aprile del 2009 a Onna ho dato le spalle alla morte e alla distruzione. Seduto su una sedia sgangherata sotto un albero che già frizzava primavera piangevo . Per i miei figli volati via, per mio padre , per tanti amici che non avrei più rivisto.
E sì, oggi lo dico, senza vergognarmi. Mi sono sentito tradito dal mio paese. L’ho amato fin quasi alla follia. Ero voluto restare fra quelle mura ristrutturate ma marce dentro . Ho voluto che i miei figli imparassero a essere orgogliosi del loro piccolo mondo antico. E tu, amante perversa, in 23 secondi hai voltato lo sguardo da un’altra parte. Ti sei dimenticata di me, delle coccole che ti avevo fatto per quasi 50 anni, della curiosità di scoprirti pian piano ogni giorno mentre tu ti negavi alla vista o fingevi di avere il mal di testa. In un attimo non ho visto più la fanciulla sempreverde, la tua pelle era diventata color macerie e le rughe ti spezzavano il volto disfatto. Sì, mi hai tradito . Scappare, restare, sparire. Sì un’altra amante la trovi, mi dicevo: un’altra casa, un altro rifugio. No. No. La voglio riconquistare, voglio dimostrare che sono più forte di lei, che non vincerà, che il mio amore non si baratta con pochi secondi di follia. E allora faremo una vacanza insieme, ti porterò da un chirurgo plastico e vedrai tornerai più bella e tutti ti ameremo di nuovo. Passa il tempo, troppo. Ed è lei che comincia a sentirsi tradita: circolano nell’aria intrallazzatori e truffatori, speculatori e politicanti. Lei non ci riconosce più. Si arrabbia: andatevene via, rincitrulliti; non sono io che vi ho tradito. I vostri egoismi, le risse per il potere, la smania di far soldi. Sì, mi fate schifo. Siete voi le vecchie puttane. Toscani ha visto giusto. Ha sbagliato solo prospettiva.
Giustino Parisse