Case del Comune in affitto a tredici euro al mese

Alcuni canoni a prezzi stracciati bloccati da vent’anni, l’ente gestisce in perdita

PESCARA. Alcune case popolari a 13 euro al mese. Canoni di locazione bloccati da vent’anni. Evasione che supera il 15 per cento. A Pescara non si può parlare di affittopoli come a Roma. Tuttavia, il patrimonio immobiliare del Comune, composto quasi esclusivamente da alloggi popolari, appare difficile da tenere sotto controllo. Il risultato è che l’ente gestisce da anni questo settore in perdita. In pratica, spende di più di quanto guadagna.

Affitti a 13 euro. Una casa popolare del Comune di 70-80 metri quadrati, con due camere, cucina e bagno, nel quartiere di Zanni o a Fontanelle, può costare anche 12,91 euro al mese. Ovviamente, questo prezzo agevolato viene applicato alle famiglie meno abbienti sulla base di una legge regionale vecchia di vent’anni. Ma anche per quelle che hanno un reddito più alto la spesa per l’affitto è sempre molto al di sotto del prezzo fissato dal mercato. Insomma, una casa di medie dimensioni si può pagare massimo 147,88 euro al mese.

Le zone dove si paga di meno. Il Comune possiede 781 appartamenti, di cui 742 affittati a canone sociale, 21 ad equo canone e 18 a canone concordato. Una parte di questi alloggi è affittata a prezzi stracciati. Ecco dove si trovano.

Nel quartiere Zanni, in via Carlo Alberto Dalla Chiesa, ci sono diversi palazzi del Comune per un totale di 362 alloggi. I canoni di locazione sociale applicati dall’ente variano da 12,91 a 147,88 euro. Circa il 18 per cento degli assegnatari, ossia 65 famiglie, corrisponde un canone minimo di 12,91 euro, mentre il 6 per cento, cioè 23 inquilini, paga un canone superiore a 100 euro. Il restante 76 per cento deve versare ogni mese un affitto tra i 13 e i 100 euro. Situazione simile al quartiere Fontanelle, in via Caduti per servizio, dove il Comune ha in proprietà alcuni edifici con 322 alloggi popolari. Anche lì, vengono applicati canoni di locazione sociale che variano da 12,91 a 147,88 euro al mese.

Le famiglie che pagano 12,91 euro al mese sono in tutto 36, ossia l’11 per cento. Mentre quelle che corrispondono un affitto superiore a 100 euro sono 24, ossia il 6 per cento.

L’83 per cento, quindi, ha un canone che si aggira tra i 13 e i 100 euro al mese.

Alloggi per il ceto medio. Ma non ci sono solo case popolari nel patrimonio immobiliare del Comune. L’ente possiede anche appartamenti un po’ più di lusso affittati a famiglie di ceto medio. Alcuni ad equo canone, con affitti da 278,84 a 302,18. Altri a canone concordato. Questi ultimi si trovano in strada Cavallaro, ai Colli. Sono in tutto 18 e vengono affittati con canoni di locazione che variano dai 300 ai 500 euro. Altri alloggi a canone concordato saranno presto disponibili. Il Comune sta costruendo un edificio con 12 appartamenti in via Pepe. Per accedere al futuro bando si dovrà avere un reddito lordo tra i 15.900 e i 25.000 euro l’anno. Un altro progetto ha ricevuto recentemente il via libera per la costruzione di 40 appartamenti a canone concordato e un asilo in via dei Peligni.

Il caso di via Lazio. Il Comune di Pescara possiede anche delle case popolari a Montesilvano, più precisamente in via Lazio. I molteplici tentativi per cederle sono andati a vuoto.

Sono 18 alloggi e sono tutti inutilizzabili, perché 15 sono inaccessibili e 3, da quanto risulta, sarebbero occupati abusivamente.

Canoni bloccati da vent’anni. Gli importi dei canoni sociali sono stabiliti da una legge regionale, la numero 96, approvata addirittura nel 1996. Questa legge disciplina le fasce di attribuzione del canone secondo il reddito del nucleo familiare e le eventuali situazioni di disabilità gravi. Questo significa che il canone minimo di 12,91 euro al mese, applicato alle famiglie meno abbienti con redditi bassi, non ha mai subito aumenti da vent’anni a questa parte, cioè da quando è entrata in vigore la legge regionale.

Gestione in perdita. Il Comune, di certo, non ci guadagna con il suo patrimonio immobiliare. Anzi, continua a gestire in perdita. L’anno scorso, con gli affitti l’amministrazione comunale è riuscita ad incassare 471.000 euro. Circa il 65 per cento di questa cifra, ossia 302.000 euro, è stato speso per la manutenzione ordinaria degli alloggi. Senza considerare, quindi, quella straordinaria che spesso ha costi più elevati. Nell’elenco delle uscite bisogna inoltre considerare i costi per il personale del settore, ossia gli stipendi di 9 lavoratori, di cui 4 operai, un geometra, 2 contabili, un responsabile di servizio e un dirigente. Calcolando la spesa annua per i loro stipendi, si arriva a un costo approssimativo di 292.000 euro. Facendo la somma tra entrate e uscite, si scopre che il Comune ha chiuso l’anno scorso in rosso con la gestione degli alloggi per 123.000 euro.

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