Case popolari, blitz anti abusivi

Liberati e subito assegnati tre alloggi Ater a San Donato e uno a Rancitelli

PESCARA. «Non è una bella cosa quella che fa, lo sa?». Sono passate da poco le sette, e dal cortile di via Basento si sentono le urla di un’inquilina abusiva. In casa sua ci sono le forze dell’ordine che stanno tentando di convincerla a liberare una casa popolare occupata.

Il blitz per sgomberare e poter dare ai primi assegnatari in graduatoria tre appartamenti a San Donato e uno a Rancitelli è finito solo alle cinque del pomeriggio dopo che gli inquilini abusivi hanno finito di impacchettare le loro cose, farle portare via dalle ditte di traslochi chiamate dal comune e abbandonare le case in cui vivevano.
Per convincerli non è servita la forza ma solo una lunga opera di persuasione, qualche telefonata all’Ater e agli avvocati e anche la visita di uno dei legali in uno degli appartamenti occupati.

Tutto è cominciato alle sei del mattino quando dieci agenti della questura, dieci del reparto Mobile arrivati da Senigallia, dieci carabinieri della compagnia di Pescara e venti agenti della polizia Municipale, coordinati dal capo della squadra Volante Francesco Costantini e dal vice capo della Mobile Alessandro Di Blasio si sono divisi in squadre per liberare quattro appartamenti per cui la magistratura aveva disposto un sequestro preventivo in via Rubicone, via Cesano, via Basento e via Trigno.

Per precauzione all’operazione hanno partecipato anche due ambulanze del 118 e della Misericordia e una squadra dei vigili del fuoco con l’attrezzatura antincendio e il telone, che sono rimasti in zona pronti a intervenire in caso di bisogno.

IL BLITZ Alle sei e quaranta una squadra arriva in via Basento. Una signora bionda si affaccia a una finestra del secondo piano. Chiama il marito. Si affaccia anche lui. Probabilmente si chiedono che ci fa la polizia lì sotto. Nel dubbio tirano le tende, ma restano a guardare. Gli agenti intanto sono saliti nell’appartamento dal lato opposto del palazzo. Dentro ci vive una famiglia. Il padre era stato denunciato per occupazione già nel 2007. Nessuno vuole andar via. Per un momento la tensione sale, ma alla fine della mattinata gli inquilini decidono di abbandonare l’appartamento senza perdere tempo.

Poco dopo le sette a via Cesano 3 dal cortile si sentono le urla dell’inquilina, che insieme al marito e ai due figli ha occupato la casa a dicembre: «Non è una bella cosa quella che fa» strilla Stefania. «Tanto non esco. E’ inutile.» dice la donna agli agenti che stanno nel suo appartamento. «Sono in lista da cinque anni per una casa, per un po’ abbiamo vissuto da mia madre, al piano di sotto, in undici, con i miei due figli. A dicembre» racconta «io e mio marito abbiamo occupato questo appartamento». Poco prima delle nove arriva l’avvocato della signora, Roberto Serino, anche lui la convince a non fare resistenza e si mette in moto per trovare una soluzione con Comune e Ater per la famiglia della donna.

Intanto a via Rubicone i taslocatori stanno già montando le scale: gli inquilini hanno provato a dire che l’Ater li aveva autorizzati a restare. Poi hanno desistito e hanno iniziato a fare i bagagli e riempire gli scatoloni.
Anche al civico 22 di via Trigno intorno alle nove i traslocatori stanno già caricando cucina, credenza e scatoloni sul loro camion.

Il resto lo raccontano il sindaco Luigi Albore Mascia e l’assessore Isabella del Trecco. Mentre le quattro famiglie abusive facevano i bagagli la procura dissequestrava gli immobili, gli operai del Comune cambiavano le serrature e altre quattro famiglie, le prime nella graduatoria degli alloggi popolari, firmavano i contratti di affitto delle loro nuove case.

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