Case popolari del Comune l’affitto costa solo 12 euro

Tanti gli inquilini che non pagano, l’evasione ha raggiunto la cifra di 2 milioni E ora l’amministrazione annuncia che procederà al recupero delle somme

PESCARA. A Pescara ci sono case che vengono date in affitto a soli 12 euro al mese, cioè il prezzo di due pacchetti di sigarette. Sono gli alloggi popolari del Comune che hanno i canoni di locazione bloccati da oltre 18 anni. E, nonostante la cifra così risibile, l’evasione è piuttosto alta. Ogni anno sfuggono alle casse dell’ente tra i 70.000 e gli 80.000 euro di canoni non pagati. Il credito complessivo vantato dal Comune nei confronti degli inquilini, dal 1982 al 2013, è arrivato a 2.107.793 euro.

Una mala gestione del patrimonio pubblico andata avanti per anni in passato e ora l’assessore alle politiche della casa Adelchi Sulpizio ha intenzione di metterci mano cercando di fare ordine in un settore delicatissimo, in cui ci sono diversi furbi, ma anche casi drammatici di famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese. L’impresa non appare facile.

Del resto, il mondo della case popolari del Comune appare come una giungla difficile da disboscare. Il Centro è andato a verificare qual è la situazione reale. Gli alloggi sono in tutto 781, di cui 742 affittati a canone sociale, cioè in diversi casi a 12,90 euro al mese, 21 sono in locazione ad equo canone e 18 a canone concordato. Fatto sta che l’affitto massimo che si può pagare nelle case del Comune, in base al reddito, tocca a malapena i 100 euro. Questo perché i canoni non sono stati più aggiornati dal lontano 1996, cioè da quando l’allora amministrazione regionale varò la legge 96 per fissare i canoni e fissare le regole per una sanatoria per il passato. Il patrimonio di alloggi popolari rende, quindi, meno del previsto. Quest’anno l’amministrazione comunale conta di incassare 603.837 euro complessivamente, ma una parte di questa somma non entrerà nelle casse dell’ente. Questo perché l’evasione è alta, pari all’incirca al 15 per cento annuo. Questo significa che un centinaio di inquilini, su un totale di 781, non paga regolarmente l’affitto. Così, il credito nei confronti degli inquilini è salito oltre i 2 milioni di euro.

I canoni non pagati sino al 2010 sono diventati oggetti di ruoli coattivi affidati alla Soget, la società di riscossione dell’ente. «A partire dal 2011», spiegano fonti del Comune, «il servizio Edilizia residenziale pubblica (Erp) ha ripreso l’attività di riscossione ordinaria dei canoni e ha avviato nel 2012 le procedure di recupero per le morosità con un importo superiore a 1.000 euro». Sono stati avviati anche i procedimenti di decadenza dal diritto di assegnazione degli alloggi per coloro che non hanno pagato. Ma gli sfratti non sono mai stati eseguiti.

Diversi inquilini che risultavano morosi hanno deciso di pagare in piccole quote le somme dovute. «Nel corso del biennio scorso», dicono ancora fonti del Comune, «la maggior parte dei morosi ha richiesto un rientro, previsto dalla legge regionale, mentre per altri completamente inadempienti è stato emanato il decreto di decadenza». Dunque, i piani di rientro sarebbero stati solo parzialmente rispettati. Le procedure, tuttavia, non sarebbero state completate. «I decreti di decadenza emessi», avverte ancora il Comune, «sono in attesa delle attività propedeutiche richieste dall’Avvocatura comunale».

Inoltre, l’assessore ha dato mandato agli uffici di preparare delle diffide di pagamento da inviare a tutti gli inquilini morosi. Chi non adempie alle richieste, rischierà lo sfratto.

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