Castricone: il Pd all’Aca? Mai favori nelle assunzioni

Il deputato che lavora nell’azienda acquedottistica contro Acerbo e Costantini «Il partito non ha colpe per le nomine, ma ora il presidente e il cda si dimettano»

PESCARA. «Mezzo Pd assunto all’Aca? È la solita vecchia storia che Acerbo e Costantini portano avanti da anni: non tocca a me rispondere e dire se è vero o no, basta dire che loro hanno scritto anche alla procura e non mi risulta che siano emersi casi di rilevanza penale». Da Roma, il deputato e segretario pescarese del Pd Antonio Castricone, dipendente dell’Aca in aspettativa, risponde alle critiche dei consiglieri regionali Maurizio Acerbo, di Rifondazione comunista, e Carlo Costantini, del Movimento 139, che gettano ombre sull’azienda dell’acqua. Per Acerbo, «mezzo Pd è stato assunto all’Aca» e ora che «proprio il Pd invoca l’azzeramento dei vertici è come chiedere di mandare via se stesso»; Costantini parla di «centinaia di assunzioni senza concorso». Castricone dice: «Respingo le accuse di Acerbo e Costantini rispetto all’ingerenza del Pd nella gestione dell’Aca. Certo è che non vogliamo nasconderci dietro a un dito: non è vero che la politica non c’entra con le nomine ma io non mi sento di accusare i sindaci, come fanno gli Acerbo e i Costantini di turno, per aver riconfermato Ezio Di Cristoforo alla presidenza dell’Aca e il resto del cda. Anche perché», sussurra Castricone, «di Acerbo non mi curo perché è troppo impegnato nell’operazione di estinzione del suo partito».

Ma Castricone, da dipendente, come ha accolto la notizia degli arresti all’Aca? «Per un dipendente come me e per tutti i miei colleghi, non fa mai piacere sapere di indagini per simili reati nel proprio ente. Mi auguro che ci siano chiarimenti immediati e che l’interesse generale di un’azienda che eroga servizi pubblici ai cittadini sia salvaguardato. Esprimo, inoltre, la mia solidarietà personale al presidente e ripongo fiducia nell’operato della magistratura».

Dopo gli arresti, Castricone invoca un cambio: «La posizione del partito regionale che ha chiesto l’azzeramento degli enti è corretta, una posizione che non può non essere condivisa. Un cambio dei vertici è necessario per la serenità di tutti, anche di chi è coinvolto in modo che possa occuparsi della propria difesa». Azzeramento o dimissioni? «Sono convinto», risponde Castricone, «che il presidente avrà la sensibilità necessaria per dimettersi».

Si schiera per l’azzeramento anche Sel: «All’Aca c’è stata una gestione poco trasparente e clientelare e per questo chiediamo l’azzeramento di tutti i vertici Aca e un nuovo corso fatto di trasparenza, democrazia e lotta allo spreco di risorse», chiede il coordinatore provinciale Roberto Di Lodovico.

Dell’Aca, Costantini parla come di un «verminaio» che, per il dizionario, significa sia «groviglio di vermi» che «ambiente corrotto»: «Significa che i criteri e le modalità con cui sono stati gestiti i soldi pubblici o sono stati illegali o ai limiti dell’illegalità», dice il consigliere regionale, «dagli ultimi 6 anni un miliardo di euro versato dai cittadini con le bollette non si trova più; sono state fatte centinaia di assunzioni in violazione della legge regionale 23 del 2004 che vietava chiamate senza concorso; poi, il caso dello spacchettamento delle gare d’appalto per portarlo sotto soglia ormai è la prassi. Ora, la politica deve avere un sussulto di dignità e mandare via i protagonisti. Nel 2012, all’ultima assemblea, tranne i sindaci di Pescara, Montesilvano, Chieti, Spoltore e San Giovanni Teatino, tutti gli altri hanno avallato l’operato e confermato il management dell’Aca. Adesso, questi sindacucci devono assumersi le proprie enormi responsabilità e spiegare ai cittadini perché, davanti a bilanci falsi e responsabilità gestionali così clamorose, hanno appoggiato ancora Di Cristoforo e gli altri. Quelle presunte mazzette scoperte dalla procura di Pescara sono la causa dei nostri fiumi e dei mari inquinati. Il guaio è che Pescara non è un caso isolato: la stessa storia, nel settore dell’acqua, va in scena anche in altre province». ©RIPRODUZIONE RISERVATA