La donazione del trattore al Papa

LA STORIA

Cento anni di Barbuscia: dal trattore donato al Papa alle auto dei calciatori 

Cinque generazioni al timone di una delle aziende più antiche in Italia.  La concessionaria quest’anno festeggia un secolo di attività

PESCARA. Cento anni, cinque generazioni e un cognome che in Abruzzo è simbolo di grandi intuizioni e capacità imprenditoriali, ma anche di lavoro e sacrificio. La famiglia Barbuscia quest’anno festeggia il centenario dall’avvio dell’attività: dalle prime macchine agricole e industriali Ferguson, vendute nel dopoguerra dal capostipite Graziano nel triangolo Pescara-Roma-Foggia e distribuite in tutta l’Italia Centro-Meridionale e in Sicilia, fino ai modelli sportivi acquistati dai calciatori famosi come Insigne, Quagliarella, Caceres, Milinkovic-Savic e Ounas (per citare quelli più recenti) e supersportivi della nicchia di mercato Mercedes Amg oggi proposti dal 39enne Francesco a qualche emiro arabo in visita nel capoluogo adriatico.

L’esercizio Barbuscia di rivendita di macchine agricole e veicoli all’angolo di piazza Italia
Una storia che inizia a qualche chilometro di distanza da Pescara: dalla rivendita di macchine agricole e industriali e automobili a Sant’Elpidio, nelle Marche, esattamente nel 1920, per poi spostarsi nella sede di Pescara e nel quartier generale di Roma, da cui sono passati anche cardinali e alti prelati quella volta che Graziano Barbuscia decise di donare un trattore Ferguson al Papa e si lasciò immortalare dall’obiettivo della macchina fotografica assieme alle più alte sfere del Vaticano. Nella storia aziendale della famiglia Barbuscia un posto di primo piano occupano i contratti stretti nel dopoguerra dai fratelli Ignazio e Luigi, figli di Graziano, con i principali costruttori nazionali di automobili e veicoli industriali (su tutti Om, gruppo Fiat, e Ford) che catapultano l’azienda pescarese ai vertici del sistema economico e produttivo nazionale, spingendo anche l’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi a far visita ai Barbuscia, lasciando come ricordo due fotografie in bianco e nero oggi custodite gelosamente nell’album di famiglia.

La storica visita dell'allora presidente Einaudi

Seguono gli anni frenetici del miracolo economico e della motorizzazione di massa con l’intensificarsi dell’attività nella sede di Pescara, in seguito all’ingresso in azienda di Piero nei primi anni Sessanta. Il simbolo di quell’epoca sono le Lambrette in fila esposte una accanto all’altra al piano terra del palazzo del Comune di Pescara, sul marciapiede ad angolo di una piazza Italia antesignano dei moderni show room automobilistici, ma anche gli storici modelli della Ford Galaxie accompagnati dallo slogan del 1961: “Beautifully built to take care of itself”, splendidamente costruito per prendersi cura di se stesso, che compaiono negli stabilimenti dell’epoca.
Barbuscia Auto nasce nel 1972 per volontà del fondatore Graziano Barbuscia junior, fratello di Piero, che dà avvio al mandato di vendita e assistenza dei marchi Opel e poi Saab. Ma il vero anno di svolta per i Barbuscia è il 1990, quando si conclude il rapporto con Iveco (Om è stata incorporata nella Iveco veicoli industriali intorno agli anni ’60) e si apre la parabola fortunata con la compagnia automobilistica tedesca Mercedes-Benz, prima con il mandato di vendita e assistenza di veicoli industriali e commerciali per l’Abruzzo e poi con le automobili nella provincia dell’Aquila (1992) e successivamente in quelle di Pescara e Chieti (1997), periodo culminato con la scommessa (vinta) della Smart nel 1998.
Oggi al timone di una delle aziende e automobilistiche più antiche in Italia con le sue tre sedi di Pescara, in via Tiburtina, Mozzagrogna e Montesilvano, concessionaria Mercedes-Benz, Smart, Opel e Subaru, ci sono i figli di Piero, Luigi (dal 2003) e Francesco (dal 2006), arrivando alla quarta generazione in azienda. «Ma in realtà siamo già alla quinta generazione», strizza l’occhio Francesco, «con mio nipote Angelo, figlio di Luigi, e mio figlio più piccolo Leonardo. Oggi il mercato automobilistico sta attraversando grandi cambiamenti sia dal punto di vista della motorizzazione, con il motore ad endotermico che viene sostituito dal sistema elettrico o ibrido, e sia dal punto di vista della mobilità, perché si passa dal possesso di un’auto a un modo diverso di andare in giro, in maniera integrata, utilizzando più mezzi di trasporto».

La parola d’ordine, per i Barbuscia, specie dopo la chiusura a causa del lockdown, è cercare di riprendere terreno e mercato: «Dopo due mesi di vendite zero», aggiunge Francesco, «siamo passati a un 40% in più nel mese di luglio. Prevediamo di chiudere il 2020 con un meno 30% per poi ricominciare il 2021 puntando sui nostri marchi di punta e sul circuito dei modelli supersportivi Amg, alcuni dei quali mettiamo periodicamente in pronta consegna, che raccolgono una fetta di appassionati di nicchia».
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