Centrale Fater, polemica sul rischio smog

L'Idv chiede subito un incontro con l'azienda, Rifondazione accusa: va coinvolta la città

PESCARA. Una centrale come quella che la Fater sta costruendo in via Raiale, accanto alla sede dell'industria e a pochi chilometri dal centro della città, vale oltre 6 milioni di euro l'anno in certificati verdi. Si tratta di una forma di incentivazione economica che premia gli impianti che riducono l'immissione di CO2 derivanti da fossili. «La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in impianti entrati in esercizio o ripotenziati a partire dal 1º gennaio 2008», come si legge sul sito del Gestore dei mercati energetici (Gme), «ha diritto alla certificazione di produzione da fonti rinnovabili per i primi quindici anni di esercizio». 

La centrale Fater, che produrrà più di 8 megawattora, funzionerà 24 ore su 24 per 8mila ore l'anno, e brucerà olio di palma (per il 90% importato in Italia da Indonesia e Malesia). Nel 2010, l'energia consumata dall'azienda Fater, leader nella produzione di assorbenti e pannolini, è stata di circa 50mila megawattora, quest'impianto produrrà 64mila megawattora l'anno. Nel caso in cui questo dato fosse confermato negli anni a venire, l'utile annuo per l'azienda si aggirerebbe sui 4 milioni di euro. Si tratta di una procedura vantaggiosa, e molte aziende stanno procedendo alla realizzazione di queste centrali.  Non si sono fatte attendere le reazioni politiche.

Per Adelchi Sulpizio, capogruppo Idv in Comune, «è inaccettabile che a pochi chilometri dal centro di Pescara, stia sorgendo un impianto a biomasse di tali dimensioni, senza che prima si sappia realmente quali saranno le conseguenze delle emissioni sulla salute dei cittadini. La città di Pescara», continua Sulpizio, «che già si contraddistingue per elevati livelli di inquinamento dell'aria, tanto da rendersi necessario in più occasioni il blocco totale delle auto, non può permettersi un ulteriore aggravamento della qualità dell'aria e in particolare delle micropolveri che rappresentano un vero pericolo per la salute». 

L'autorizzazione alla realizzazione della centrale è stata data dalla Regione nel 2009, ma solo dopo in iter che ha coinvolto anche Asl e Comune. «L'impianto è stato autorizzato due volte dal Comune», spiega Maurizio Acerbo, consigliere comunale Prc, «la prima dal centrosinistra, giunta D'Angelo, la seconda volta dal centrodestra con Mascia, senza che se ne sapesse nulla. Credo che sia gravissimo che ben due amministrazioni abbiano dato l'autorizzazione senza dire niente a nessuno», continua Acerbo, «e non capisco come abbia fatto a non essere assoggettata alla procedura di valutazione di impatto ambientale. Non ha senso che queste cose accadano senza il coinvolgimento della cittadinanza, questo dimostra in che modo la Regione abbia tradotto le direttive europee sull'impatto ambientale». 

Come spiegato anche dal Wwf, Acerbo ribadisce che «la bontà di un impianto va valutata in base alla situazione attuale dell'aria: se le emissioni sono in aggiunta a quelle che il territorio deve sopportare, la cosa non va». Acerbo conclude affermando che si tratta di «una vicenda grave, indice di forte superficialità», e che «le centrali a biomasse servono per il recupero degli avanzi dell'agricoltura, e dovrebbero essere di pochi megawatt».  Servono dati e spiegazioni insomma. «A questo punto», conclude Sulpizio, «richiederò l'immediata convocazione di un tavolo tecnico con i delegati della Fater, per valutare concretamente se le emissioni della centrale possano ritenersi pericolose per la collettività ed eventualmente stabilire tutte le misure del caso».

Intanto, mercoledì il caso finirà in commissione Ambiente, presieduta da Nico Lerri.  Il sindaco Luigi Albore Mascia non si pronuncia. Nessuna comunicazione sull'argomento è arrivata dai suoi uffici, e non è stato possibile raggiungerlo al telefono. L'impianto sarà pronto tra pochi mesi.

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