Centro oli, la Regione si opporrà al governo

7 Febbraio 2010
PESCARA. La Regione si opporrà all’impugnazione davanti alla Corte costituzionale decisa dal governo contro la legge regionale che blocca il Centro oli e le attività di ricerca ed estrazione del petrolio nelle aree di importanza naturalistica o agricola.

La decisione è stata presa dopo un confronto tra il presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, e il direttore del settore Affari della Presidenza, Antonio Sorgi, autore della bozza del disegno di legge che poi è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta di metà dicembre.

«Ci costituiremo a difesa del testo di legge regionale», spiega Sorgi. «Crediamo di aver dato una buona base di lavoro agli avvocati per difendere il testo della legge. Il fatto che venisse impugnata era quasi ovvio perché andiamo a precludere attività di estrazione di gas, petrolio e altro, che sono competenze dello Stato. Dobbiamo vedere nel merito i rilievi e poi decidiamo la strategia. Però, credo che la legge sia difendibile, in quanto non è una moratoria di un anno come quella approvata nella passata consigliatura. Con questo testo», aggiunge Sorgi, «si tenta di normare puntando su competenze di carattere regionale tipo la gestione del territorio, l’agricoltura di valore e il paesaggio, anche se su quest’ultimo si è concorrenti. Comunque, faremo la nostra difesa. Abbiamo elementi più forti, rispetto al passato, su cui puntare». Dunque la Regione cercherà di convincere la Consulta che tra l’attività estrattiva, di competenza statale, e la difesa del territorio, di competenza regionale, debba essere quest’ultima a prevalere.

L’impugnativa ha intanto allarmato gli ambientalisti. Il comitato Natura Verde ha deciso di manifestare per l’intera giornata di domani a Ortona sul sito del Centro Oli. I promotori del comitato Giusto Di Fabio e Gabriele Di Clerico fanno appello al governatore Chiodi «di mettere in campo tutte le energie che saranno utili a fronteggiare la decisione del governo».

La vicenda apre «scenari inquietanti» a giudizio di Legambiente e Wwf che invitano Chiodi «a preparare a difendere la legge dinanzi alla Corte Costituzionale aprendosi al contributo di tutti». «Come sta avvenendo per l’energia nucleare, infatti», dicono in una nota congiunta Dante Caserta (Wwf) e Angelo Di Matteo (Legambiente) «il Governo sembra intenzionato a privare le comunità locali, anche nella loro massima rappresentanza quali sono le Regioni, di qualunque potere decisionale su una materia fondamentale come la produzione energetica che pure si caratterizza per avere pesanti ricadute sul territorio, sull’ambiente, sulla salute dei cittadini e sulle loro attività economiche».
«Spiace», dice il capogruppo del Pd in Regione Camillo D’Alessandro, «dover ancora una volta condannare il vuoto normativo che questa regione sta attraversando».

Al testo bocciato dal governo, D’Alessandro contrappone il disegno di legge elaborato dal Pd i cui assi di riferimento sono essenzialmente tre: «La reintroduzione della valutazione di impatto sanitario, la formulazione del piano integrato di gestione della costa teatina e la definizione puntuale dei piani di settore a tutela della produzione agricola con la conseguente delineazione delle aree di divieto». Critici anche il capogruppo di Rifondazione Maurizio Acerbo («pasticcio da azzeccagarbugli») e il capogruppo dell’Italia dei Valori Carlo Costantini secondo il quale «Chiodi si è preso gioco degli abruzzesi».