“Cerchiamo un parrucchiere ma solo gay”, poche finora le candidature

L’offerta di lavoro avviata da Alessandro Tacconelli e sua moglie Sabina Pallini per selezionare un professionista a cui affittare la poltrona nel proprio salone di via Vestina
MONTESILVANO. La ricerca di un parrucchiere rigorosamente gay, avviata da Alessandro Tacconelli e da sua moglie Sabina Pallini per selezionare un professionista a cui affittare la poltrona nel proprio salone di via Vestina, non ha prodotto ancora nessuna candidatura. L’annuncio di lavoro, pubblicato nei giorni scorsi su una pagina Facebook dedicata alla città adriatica e poi bannato dagli stessi amministratori del gruppo per via della diatriba online che ha scaturito, continua a suscitare sia le polemiche di chi accusa i parrucchieri di discriminazioni e sessismo al contrario e sia di coloro che lamentano l’utilizzo di stereotipi.
Allo stesso tempo, però, non mancano coloro che difendono i titolari del salone “Sp” e che evidenziano come siano loro i padroni di casa e siano, quindi, liberi di affittare la poltrona al professionista che ritengono più opportuno. Nella giornata di ieri era stato lo stesso Tacconelli a spiegare al Centro come la decisione scaturisse da una particolare e personale constatazione: «I parrucchieri per donne gay hanno una manualità, una sensibilità, una delicatezza nei confronti delle clienti, uno stile e uno charme diverso».
E ancora, il parrucchiere che da qualche mese si è trasferito a Montesilvano con sua moglie Sabina, titolare del salone, dopo un’esperienza di 12 anni a Città Sant’Angelo, sottolineava che «non abbiamo fatto nulla di male, né discriminato nessuno, anzi stiamo sostenendo una categoria spesso discriminata. Non mi aspettavo un premio, ma neanche che venissimo massacrati». Sul fatto che nessuno abbia ancora presentato la propria candidatura, invece, Tacconelli chiarisce: «In generale non è semplice perché in molti preferiscono lavorare in casa, riducendo le spese di gestione».
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