Animali soppressi con il Tanax, al processo ai due veterinari Asl i testi confermano le accuse

Da quanto emerso, non c’erano supporti medici e cartelle che giustificassero quegli abbattimenti. Per i due imputati, Lucio Di Tommaso e Franco Ruggeri, sentenza il 19 marzo con il rito abbreviato
PESCARA. Sfilata di testimoni nel procedimento a carico di due veterinari della Asl di Pescara accusati a vario titolo di soppressione di animali (uccisi con somministrazione del farmaco Tanax), abuso d’ufficio e falso per una serie di episodi di eutanasia di animali: Franco Ruggeri (attualmente in pensione e difeso dagli avvocati Domenico Russi e Vincenzo Di Girolamo), all’epoca direttore dell’unità di sanità animale, e Lucio Di Tommaso (assistito da Giuseppe Cichella), dirigente del canile sanitario.
Testi chiamati dal pm Benedetta Salvatore dopo che, nell’udienza precedente, il legale di Di Tommaso aveva depositato alcuni documenti difensivi. Il gup Francesco Marino, che deve giudicare i due con il rito abbreviato, aveva ammesso i testi che ieri sono stati ascoltati. Sono stati sentiti l’attuale dirigente del settore acquisti e beni della Asl, Vilma Rosa, il dottor Ildo Polidoro (che venne nominato custode del canile sanitario a seguito del sequestro del canile disposto dalla procura), il maresciallo Matteo Cameli dei carabinieri forestali (che fecero le indagini insieme al Cites), Antonio Barchiesi e la dottoressa Cinzia Ciancetta. Quest'ultima, in particolare, ha confermato il fulcro dell’inchiesta, e cioè che quelle soppressioni venivano eseguite senza che ci fosse un supporto medico che le giustificassero.
«I testi hanno confermato quello che è il quadro accusatorio», ha commentato l’avvocato Michele Pezone, che nel procedimento rappresenta una delle tre parti civili costituite, vale a dire la Lega Nazionale per la difesa del cane (le altre due sono l’Ente nazionale Protezione Animali Odv e l’Earth Associazione per la tutela giuridica della natura e dei diritti animali). «I veterinari hanno confermato che non esistevano i presupposti per procedere all’eutanasia e anche del rifiuto che loro avevano opposto».
Cameli ha fornito riscontro sulle indagini svolte in ordine alla mancanza del registro di carico e scarico al momento del sopralluogo: ha dato contezza del fatto che non erano state acquisite cartelle sanitarie sugli animali che erano stati sottoposti a eutanasia: documenti indispensabili per valutare la sussistenza di patologie gravi e incurabili che potevano determinare l'eutanasia».
Il processo è stato quindi aggiornato al 19 marzo prossimo quando si procederà alla discussione per arrivare alla contestuale sentenza in abbreviato. La posizione più delicata è quella di Di Tommaso anche se poi la procura ha rivisto il capo di imputazione, contestando la soppressione degli animali anche a Ruggeri che in un primo momento rispondeva solo del reato di abuso d’ufficio, peraltro non più previsto come reato. Il falso è invece a carico del solo Di Tommaso e relativo ai «riepiloghi mensili, da gennaio 2020 a dicembre 2022 delle prestazioni del canile sanitario, dove riportava presenze di “gatti da colonia” non rientranti nelle prestazioni del canile, attestandone falsamente la regolarità e la correttezza del servizio». E qui entra la deposizione di Vilma Rosa che ha precisato quali prestazioni, molto più circoscritte, contiene la normativa in proposito.

