Chirurgia, 2 infermieri per 33 pazienti

La denuncia dei Cobas: «Così si provocano danni ai pazienti del reparto»

PESCARA. Due infermieri per 33 pazienti. Accade nel reparto di Chirurgia 3 dell'ospedale di Pescara. A rivelarlo sono i sindacalisti dei Cobas Marco Gabriele Di Matteo e Andrea Colantoni che denunciano «una persecuzione» contro gli infermieri del reparto costretti a «continui spostamenti senza motivi apparenti» e «disservizi» per i malati. «Chirurgia 3», spiegano i due sindacalisti, «ha tre infermieri per turno ed è già sotto organico: ne servono almeno quattro. Nonostante la carenza di personale, accade che uno degli infermieri viene spostato quotidianamente, senza ordine di servizio scritto e sulla base di direttive orali, in Chirurgia 1. Con questa gestione del personale, in Chirurgia 3, un reparto altamente specialistico, restano al lavoro soltanto due infermieri per 33 pazienti: così», dicono i Cobas, «si provocano danni in un reparto che ospita pazienti malati di tumore e si creano disservizi che si ripercuotono proprio su malati che hanno bisogno di un'assistenza qualificata e continuata perché bloccati a letto per più giorni».

DENUNCIA. Dei trasferimenti di personale si parla anche in un esposto dei Cobas mandato in procura il 24 novembre scorso: «Siamo venuti a conoscenza da alcuni iscritti ai Cobas che, all'ospedale di Pescara, infermiere in forza al reparto di Chirurgia 3 sono costrette a lavorare su tre turni in Chirurgia 1 poiché non c'è personale in grado di svolgere la turnazione». Lo stesso esposto, che denuncia sette casi di favoritismi agli infermieri, dice: «Appare lecito il dubbio sui motivi che hanno spinto la direzione sanitaria a procedere agli spostamenti con penalizzazione delle infermiere di Chirurgia 3, costrette loro malgrado a svolgere turni massacranti per sostituire personale dirottato altrove, senza alcuna apparente motivazione logica, a meno che non si tratti di spostamenti di favore che non possono essere in alcun modo tollerati».

NESSUNA RISPOSTA. Dopo l'esposto, secondo i Cobas, gli spostamenti del personale «senza motivi apparenti» continuano: i Cobas hanno chiesto conto degli spostamenti, con una nota intitolata «chiarimenti», al direttore medico dell'ospedale Valterio Fortunato e al dirigente infermieristico Maria Rita Cacciagrano: «Ma non abbiamo ricevuto risposta. Per questo», dicono i due, «abbiamo dato incarico a un legale di scrivere un'altra nota».

AVVOCATO. «Per il mese di gennaio», così recita la lettera dell'avvocato Luca De Felice a Fortunato, «il turno di servizio di Chirurgia 3 è stato elaborato in modo del tutto errato e fuorviante. Infatti, alcuni dipendenti per lo stesso turno risultano in servizio sia nella Chirurga 1 che nella Chirurgia 3. Infine, si segnala la non legittimazione del caposala di Chirurgia 3 a disporre dei turni di Chirurgia 1. Si chiede un suo immediato intervento al fine di porre fine a tale situazione». «Ma anche a questo sollecito», dicono i Cobas, «nessuno ha risposto. Abbiamo scritto ancora il primo febbraio scorso chiedendo «la cessazione della persecuzione nei confronti degli infermieri di Chirurgia 3. Nessuna risposta. Noi non ci fermiamo, chiediamo di sapere i motivi degli spostamenti».

REGOLE. Secondo l'esposto di tre mesi fa, «i trasferimenti del personale per esigenze di servizio hanno carattere momentaneo e provvisorio, solo per casi di comprovata urgenza, mentre per quel che concerne i trasferimenti definitivi in altre unità operative, questi devono essere effettuati su domanda dell'interessato ma, comunque, sempre nel rispetto della categoria, profilo professionale e posizione economica di appartenenza del dipendente. Possono essere effettuati spostamenti con esonero dalla turnazione solo in caso di prescrizioni rilasciate da apposito ufficio e inerenti eventuali problemi e/o patologie a carico del dipendenti, «cosa che», sottolineano i Cobas alla procura, «nei casi di specie sembra non sussistere».

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