Ciclone, parla Chiulli: "Ho pagato tangenti a Cantagallo"

15 Giugno 2011

Comincia la sfilata dei testimoni al processo, parla l'imprenditore del verde: "Ho pagato mazzette all'ex sindaco di Montesilvano (foto) fin dal 2001, soldi anche a Di Blasio e a Di Febo"

PESCARA. Ha parlato per quattro ore e ha detto di aver pagato tangenti all'ex sindaco di Montesilvano Enzo Cantagallo, arrestato il 15 novembre del 2006. Oggi, in tribunale a Pescara, è stato il primo giorno per i testimoni del processo Ciclone e il primo a parlare è stato il titolare della Green Service, Bruno Chiulli. Accuse a Cantagallo anche dall'architetto Aurelio Colangelo.

Colangelo ha definito Cantagallo "mister mille e mister 10 per cento": "mille" riferito al recordi di voti preso da Cantagallo alle elezioni del 1999 e "10 per cento" riferito a presunte creste sugli appalti pubblici.

Chiulli, che nell'ambito della vicenda ha già patteggiato nove mesi di reclusione, ha dichiarato di aver pagato tangenti a Cantagallo e anche agli ex assessori Paolo Di Blasio e Guglielmo Di Febo in cambio di lavori pubblici e per evitare ripercussioni nei pagamenti.

In circa quattro ore di deposizione, l'imprenditore ha raccontato, in modo dettagliato, di aver versato dazioni di danaro a Cantagallo dal 2001 al 2006 e, dunque, sin dall'epoca in cui rivestiva il ruolo di assessore comunale ai Lavori pubblici. Solo nel 2001 gli avrebbe pagato 27 milioni e 400 mila lire in contanti; nel 2002, oltre 60 mila euro in contanti più tre assegni per un totale di 10 mila euro, uno dei quali versato su una polizza irlandese intestata alla madre; nel 2003 altri soldi ed assegni; nel 2004: 10 mila e 400 euro e 31 mila e 500 euro.

Chiulli ha riferito che, nel 2004, i pagamenti sono avvenuti dopo l'elezione di Cantagallo a sindaco e, quindi, tra fine giugno e fine agosto. Sempre in quell'anno, e precisamente il 7 ottobre, l'imprenditore ha raccontato di aver subito una perquisizione nella sua abitazione da parte della guardia di finanza. Nell'occasione, le fiamme gialle gli avrebbero trovato e sequestrato, fra le altre cose, due foglietti contenenti delle cifre. L'imprenditore ha spiegato che si riferivano a scadenze di pagamenti. Le dazioni di danaro nei confronti dell'allora sindaco sarebbero, comunque, poi proseguite sino al 23 aprile 2006.

Nel corso della deposizione, Chiulli ha parlato anche di un pianoforte di proprietà di Cantagallo che gli era stato affidato dallo stesso primo cittadino per giustificare alcuni assegni trovati dalla finanza durante la perquisizione in casa sua. L'imprenditore si è poi soffermato sui rapporti avuti con gli assessori Di Blasio e Di Febo. Al primo ha raccontato di aver dato carte telefoniche prepagate e generi alimentari per la sua associazione, al secondo di aver elargito 15 mila euro in un periodo compreso tra il 2003 ed il 2004. Chiulli ha anche raccontato di aver ricevuto da Di Febo altre richieste di soldi nel giugno 2006. "Mi disse che gli servivano per il matrimonio della figlia. Questa volta", ha sottolineato, "ho detto di no. Ero stufo di tutto ed in condizioni disperate".

In circa due ore di deposizione, Colangelo ha raccontato di avere saputo dall'imprenditore Duilio Ferretti, anche lui imputato nel procedimento, che da anni versava mensilmente dei soldi all'allora sindaco Cantagallo. Colangelo ha anche riferito che i suoi rapporti con il primo cittadino erano inizialmente di amicizia, ma di averli poi interrotti in quanto non condivideva il modo in cui amministrava Montesilvano.

L'architetto ha aggiunto di aver parlato delle vicende di Cantagallo con un poliziotto della squadra mobile, tenendo a sottolineare di "non averlo fatto per astio, ma per
rispetto della legalità".

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