Comune, guerra ai dipendenti che escono senza permessi

Segnalati diversi casi di lavoratori che abbandonano l’ufficio durante le ore di lavoro Il direttore generale Ilari invia un avviso: timbrature errate dei cartellini non saranno più tollerate

PESCARA. Si chiama in gergo informatico «pop-up». Si tratta di solito di un avviso, o di una pubblicità. Ma quello che è apparso improvvisamente, venerdì scorso, sui computer degli 860 dipendenti del Comune di Pescara suona come una dichiarazione di guerra ai furbi. Più precisamente, ai lavoratori che timbrano il cartellino all’entrata e poi escono per andare al bar o a fare la spesa. Oppure, ancora peggio, che timbrano per altri colleghi assenti.

Partito l’avvertimento. La crociata contro i furbi è partita dal direttore generale. Stefano Ilari si è messo al computer e ha compilato una «pop-up» di fuoco. Ecco cosa c’è scritto: «A fronte dei frequenti episodi (anche direttamente rilevati dallo scrivente) di non corretta timbratura da parte dei dipendenti comunali o, peggio, di vera e propria elusione del dovere di permanenza sul luogo di lavoro dopo aver effettuato la timbratura, si avvisano tutti i dipendenti che tale scorretta pratica non sarà più tollerata». «È del tutto evidente», conclude l’avviso, «che la reiterazione di tali pratiche da parte di chicchessia, ovvero la mancata e non giustificata presenza sul posto di lavoro negli orari di servizio, darà luogo ad immediata denuncia ai competenti organi disciplinari, nonché all’autorità giudiziaria».

Segnalati diversi casi. Il direttore generale, contattato dal Centro, sostiene di non aver visto di persona dipendenti che abbandonano il posto di lavoro, o di essere a conoscenza di casi specifici. «Altrimenti avrei avuto il dovere di denunciarli», afferma. In compenso, Ilari dice aver ricevuto più di una segnalazione di lavoratori che si assentano abitualmente nell’orario di servizio. Non si tratterebbe di semplici pause caffè al bar interno del Comune, ma di fughe all’esterno dopo la timbratura dei cartellini. Alcuni dipendenti sarebbero stati visti nei bar che si trovano ad alcuni isolati dal municipio o, addirittura, in giro per la città durante gli orari di lavoro. Un fenomeno diffuso negli uffici pubblici. Lo confermano dei recenti servizi televisivi delle Iene e di Striscia la notizia.

Ma al Comune di Pescara non è stato mai segnalato nulla, almeno negli ultimi anni. L’ufficio del personale, competente in materia, non è mai intervenuto per denunciare e reprimere episodi del genere.

Ci ha pensato, invece, il direttore generale inviando la «pop-up» come primo avvertimento. «Vediamo come va dopo l’avviso, poi eventualmente decideremo altre misure», spiega.

Reato penale. Ilari ipotizza reati gravi nel suo avviso. Infatti, il dipendente che si allontana dal posto di lavoro senza timbrare l’uscita commette reati penali e rischia una condanna a un anno di reclusione, più una multa, per truffa e interruzione di pubblico servizio. Ancora più pesante l’ipotesi di timbratura del cartellino per conto di un collega assente. In questo caso il reato sarebbe di truffa aggravata.

Sentenza della Cassazione. Il rispetto dell’orario di lavoro costituisce un preciso obbligo per il dipendente, quale elemento essenziale per la prestazione retribuita. Lo conferma una sentenza della Cassazione, del 3 maggio 2011. I giudici si sono pronunciati sul caso di un medico di una Asl che aveva abbandonato abitualmente il reparto prima della fine del proprio turno, senza effettuare, in uscita, la timbratura del cartellino marcatempo, facendo apparire falsamente di aver prestato la propria opera per un numero di ore superiore all’ordinario». Il medico è stato condannato.

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