Concorsi truccati all’Arta la testimone chiave se ne va

Lascia l’ufficio la dipendente scomoda che ha denunciato il presunto malaffare dell’ente Con le sue dichiarazioni ha dato la svolta all’inchiesta con 7 indagati. Andrà alla Regione

PESCARA. La testimone chiave dei presunti concorsi truccati all’Arta lascia il suo ufficio di viale Marconi 178, almeno per un anno, per andare a lavorare dal prossimo primo ottobre alla Regione Abruzzo. Lo prevede una delibera, firmata il 3 agosto scorso, dal direttore generale dell’Arta Mario Amicone.

Monica Ruscitti, dipendente «irreprensibile» come è stata definita negli atti d’indagine, cambia posto di lavoro: è stata lei – dopo 2 denunce anonime del 13 e 18 novembre 2010 che come veggenti hanno rivelato in anticipo i vincitori di 6 concorsi – a raccontare agli investigatori il presunto malaffare dell’ente regionale che controlla mare, fiumi e acqua che respiriamo. Dichiarazioni che hanno portato fino all’avviso di conclusione delle indagini per 7 indagati: sotto inchiesta, a vario titolo per reati dalla corruzione all’abuso d’ufficio e al favoreggiamento, ci sono, insieme al direttore amministrativo Antonio Fernandez, 56 anni, siciliano d’origine ma residente a Teramo finito anche agli arresti domiciliari, la ex direttrice del dipartimento provinciale, Angela Del Vecchio, 64 anni, il presidente della commissione d’esame Nicola Colonna, 46 anni di Pisa, un precario storico dell’ente, Pietro Pellegrini, 55 anni, l’avvocato di Chieti, Pierluigi Tenaglia, 47 anni, e i funzionari Arta Marco Cacciagrano, 52 anni di San Giovanni Teatino, ed Ernesto D’Onofrio, 44 anni di Francavilla.

Di Ruscitti parla anche il gip Gianluca Sarandrea sull’ordinanza di custodia scattata il 23 aprile scorso a carico di Fernandez: il 28 aprile 2011 Ruscitti è stata sentita in questura dagli agenti della squadra mobile, guidati dal capo Pierfrancesco Muriana, insieme a Cacciagrano. L’ordinanza del giudice racconta due versioni differenti fornite: «Mentre Cacciagrano descriveva una situazione improntata ad assoluta regolarità della gestione delle assunzioni di personale da parte dell’Arta», scrive il gip, «non altrettanto emergeva dalle dichiarazioni della Ruscitti». Un rapporto della Mobile inviato al pm Gennaro Varone è ancora più diretto: «Nonostante la versione di Cacciagrano fornisse un quadro generale dell’Arta rassicurante, descrivendolo come un ufficio solo al centro di pettegolezzi e infondate malelingue, sorprendentemente, la testimonianza della sua collega Ruscitti smentiva quanto dichiarato proprio da Cacciagrano».

Ruscitti – trasferita per «punizione» a Chieti dopo le prime perquisizioni all’Arta e proprio per questo spostamento Fernandez è accusato anche di concussione – non è l’unica a cambiare posto di lavoro dopo la bufera dell’indagine: il primo è stato Fernandez, sospeso da Amicone 7 giorni dopo l’arresto e poi reintegrato, ma costretto causa il divieto di dimora a Pescara a lavorare a Teramo e a «rapportarsi solo con i responsabili tecnici della direzione centrale al di fuori degli altri dipendenti». Poi, Del Vecchio è stata trasferita alla sede di Chieti per mettere fine, così c’è scritto sulla delibera, a «una situazione di incompatibilità ambientale che compromette una serena gestione e direzione della struttura».

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