Continua l’inchiesta per il riciclaggio nei locali: sequestrati soldi, Rolex e Ferrari a Serraiocco e Pallotta

25 Giugno 2025

Nel mirino gli orologi e l’auto di lusso dell’imprenditore di “Dolcezze napoletane” di piazza Salotto. Al commercialista la Procura “congela” 50mila euro dal conto del fratello Andrea, anche lui indagato (Nella foto Vincenzo Serraiocco)

PESCARA. Nell’inchiesta sulla galassia societaria del commercialista pescarese Vincenzo Serraiocco e del suo socio in affari, Mario Pallotta, scattano una serie di sequestri preventivi a carico dei due indagati.

A Pallotta il gip Giovanni de Rensis, su richiesta dei magistrati incaricati delle indagini, il procuratore aggiunto Anna Rita Mantini e il sostituto Luca Sciarretta, ha posto sotto sequestro la Ferrari spesso parcheggiata davanti al bar “Dolcezze Napoletane” di piazza Salotto, uno dei locali dell’imprenditore senza alcun reddito finiti nel mirino della magistratura; 17 Rolex (a detta dell’interessato tutti falsi tranne uno); 140mila euro dai conti correnti intestati alla madre, alla moglie e al nipote di Pallotta. Per Vincenzo Serraiocco, il sequestro riguarda 50mila euro posti sotto sequestro dal conto del fratello Andrea, anche lui indagato e che, secondo l’accusa, fa corpo unico con Vincenzo.

Dopo le perquisizioni a tappeto che hanno riguardato, oltre ai tre indagati già citati, anche la testa di legno, il torinese Nelco Doati, la procura di Pescara non ha certo intenzione di mollare la presa e sta anzi intensificando l’attività investigativa, acquisendo anche una montagna di carte che riguardano una serie di società decotte che i due Serraiocco e Pallotta acquisivano, proprio per la loro traballante situazione economica, e portavano al fallimento dopo averle svuotate di ogni bene e aver trasferito soldi nelle società di Vincenzo Serraiocco, come ad esempio la “Vincenzo Serraiocco Consulting”, società che ricorre anche nelle diverse inchieste avviate dalla procura pescarese nei confronti del commercialista pescarese con l’aspirazione della politica (è stato candidato anche a sindaco di Pescara per una lista di centrodestra). Un lavoro particolarmente delicato nelle mani della guardia di finanza, specialista in questa materia, che farà le pulci alle varie operazioni sospette. C’è poi l’enigma Pallotta: imprenditore che nel 2011 dichiarò al fisco un reddito di 3.500 euro e che dal 2012 al 2024 un reddito pari a “0”, così come la moglie. Nessuna entrata, ma comunque sempre alla guida di auto di lusso come l’ultima, la Ferrari che la procura gli ha messo sotto sequestro, e sempre pronto a rilevare esercizi commerciali come la catena “Dolcezze Napoletane”.

Non solo, ma essendo senza reddito, la procura vuole capire come la famiglia sia in possesso di conti correnti con 140mila euro: quelli posti sotto sequestro. Ai due Serraiocco e a Doati gli inquirenti contestano la violazione del Codice della crisi di impresa mentre a tutti, e quindi Pallotta compreso, vengono contestati i reati di riciclaggio e autoriciclaggio. Si parla di «condotte distrattive come ad esempio quella ai danni della “Engineering Teatina” per un ammontare complessivo di 612mila euro, attraverso plurimi bonifici bancari effettuati dai conti correnti della società in favore della “Vincenzo Serraiocco Consulting” per 368 mila euro; in favore di Vincenzo Serraiocco per 244 mila euro, in epoca nella quale detta società versava già in stato di insolvenza».

E poi un’altra condotta distrattiva fatta dai due Serraiocco e da Doati in relazione alla società “MKP Retail Solution” per un ammontare di 235 mila euro «attraverso plurimi bonifici effettuati dai conti correnti della società in favore della “Vincenzo Serraiocco Consulting”». Tutta una serie di sospette operazioni che gli specialisti della guardia di finanza stanno ora analizzando in maniera certosina per ricostruire un quadro, comunque, già abbastanza chiaro per la procura.