26 giugno

Oggi, ma nel 1959, a Palermo, mentre era sul balcone della cucina dell’abitazione di famiglia, al civico 51 di via Cardillo di Resuttana, qualche minuto dopo le 22, Anna Prestigiacomo, che avrebbe compiuto 15 anni il 26 luglio successivo, veniva uccisa con due colpi di lupara, presumibilmente, dal vicino di casa Michele Cusimano, verosimilmente per ritorsione nei confronti del padre Francesco, muratore grande invalido del lavoro a causa di un recente incidente, reputato confidente dei carabinieri senza alcuna prova. Ma basandosi solo sul fatto che tredici anni prima si fosse costituito dopo aver preso parte ad una sparatoria. Il supposto sicario, che era appostato dietro il muro di cinta del giardino coperto dalle foglie dell’albero di vite, ma comunque veniva riconosciuto dalla sorella della vittima, Rosetta, di 11 anni, verrà condannato in appello dopo essere stato prosciolto in primo grado di giudizio.
Continuerà a proclamarsi innocente e l'iter giudiziario verrà valutato dagli addetti ai lavori come caratterizzato da un percorso non lineare che porterà svariate attenuanti a favore di Cusimano. Nel momento dell’agguato letale nella dimora c’erano anche i genitori della malcapitata, il già menzionato Francesco e la madre Maria Trapani. Così, inizialmente, verrà valutata anche la possibilità che il malvivente avesse intenzione di far fuori coi pallettoni da caccia proprio la Trapani che era intenta ad assistere il marito. Con buona probabilità l'episodio si verificava anche per un antico odio risalente a frizioni per la regolamentazione dei limiti dei due orti confinanti (nella foto, particolare, la notizia riportata nell’edizione nazionale del “Messaggero” di Roma del 28 giugno di quel 1959). Comunque il fatto di sangue destava enorme scalpore non solo in Sicilia, nonostante una certa abitudine ai delitti che purtroppo non risparmiavano i giovani innocenti coinvolti meschinamente nelle faide tra adulti. Infine Francesco Prestigiacomo non risultava avere conti aperti con la giustizia, come riferirà il quotidiano milanese “Corriere della Sera” nell’articolo pubblicato il giorno successivo all’omicidio, 27 giugno, e intitolato “La ragazza uccisa al balcone. L’assassino voleva sparare alla madre?”.