«Contro di me manovre oscure nel Pdl»

Montesilvano, lo sfogo di Cordoma. Ma prima di dimettersi promuove un dipendente
MONTESILVANO. L'ultimo atto prima di andarsene, in lacrime per le dimissioni, è stato la promozione di un funzionario: «Cordoma ha nominato dirigente dell'Urbanistica il genero di Emilio Di Censo, passato dal centrosinistra all'Udc», denuncia Rifondazione comunista.
È polemica sull'ultimo atto del sindaco Pasquale Cordoma, sfiduciato dal centrodestra con il no al riequilibrio di bilancio e sotto la lente della procura di Pescara per lo scandalo abruzzese dei rifiuti. Il sindaco, ieri, ha denunciato «oscure manovre» nel Pdl che l'hanno portato alle dimissioni.
IL GIALLO DELLA NOMINA La promozione di Marco Brescia a dirigente dell'Urbanistica, con un decreto di Cordoma, è stata firmata martedì, stesso giorno dell'annuncio delle dimissioni. Sempre martedì, il sindaco ha trasferito il dirigente dell'Urbanistica Gianfranco Niccolò ai Lavori pubblici per riempire il vuoto lasciato da Mauro Della Penna che si era dimesso il 2 agosto. Secondo il decreto 24, la nomina di Niccolò è stata fatta per «assicurare il perseguimento degli obiettivi strategici dell'amministrazione nei Lavori pubblici».
«La nomina di Brescia è stata una ripicca verso la maggioranza che l'ha sfiduciato oppure un'ultima prova di forza di Cordoma?», si chiede il consigliere di Rifondazione comunista Cristian Odoardi, «stimo Brescia, un dipendente che può meritare la promozione a dirigente a prescindere dai rapporti di parentela: è il genero del consigliere Emilio Di Censo, ex presidente dell'Ecoemme con Enzo Cantagallo sindaco e approdato all'Udc. Il problema della nomina è l'opportunità politica», dice Odoardi, «perché così il sindaco fa capire o che non ha intenzione di dimettersi o che, prima di andarsene, ha voluto mettere un uomo di fiducia in un posto chiave».
CONTRO I RIBELLI DEL PDL Alle 12 di ieri Cordoma ha incontrato il prefetto di Pescara Vincenzo D'Antuono per informarlo delle dimissioni e, alle 14,30, ha protocollato la lettera di addio: ha tempo venti giorni per ripensarci. Nel documento lancia accuse ai ribelli del Pdl e parla di «azioni palesi e sconcertanti, di trasformismo e tradimento politico. Ho registrato oscure manovre», osserva, «messe in atto da consiglieri che credevo essere componenti essenziali di questa maggioranza. I miei concittadini non meritano questa tortura quotidiana né la merito io, soprattutto se ad attuare la strategia di delegittimazione dell'istituzione sono quelli che vogliono essere i nuovi protagonisti della scena». Il riferimento è all'ex assessore ai Lavori pubblici Carlo Tereo de Landerset e all'ex vicesindaco Ernesto De Vincentiis che, l'11 aprile, si sono dimessi in contrasto con il sindaco. Dietro i ribelli del Pdl, Adriano Tocco, Paolo Cilli, Stefania Di Nicola e Vittorio Catone che hanno determinato la sconfitta della maggioranza, ci sono Tereo de Landerset e De Vincentiis. Cordoma afferma: «Lo svilimento delle pratiche politiche non è più conciliabile con la mia visione del munus consiliare. La scelta di dimettermi è una difesa del Comune: ho anteposto gli interessi della città a ogni ambizione politica». Nella lettera, Cordoma non fa riferimento all'inchiesta sui rifiuti.
LE LACRIME IN COMUNE Ieri, Cordoma si è sfogato con i fedelissimi del centrodestra: ha pianto rivendicando tre anni di lavoro fatto e ha assicurato di non avere preso un euro dai Di Zio, i proprietari della Deco spa. Ma la procura non lo accusa di questo: il suo coinvolgimento nell'indagine riguarda un «cambio di rotta a 180 gradi», così lo descrive il gip Guido Campli, nei rapporti con i Di Zio. Da contrario ad alleato fino a proporre un termovalorizzatore a Montesilvano. In mezzo, un finanziamento di 10 mila euro dato a Lorenzo Sospiri il 28 ottobre 2008, per la campagna elettorale delle regionali.
Dopo sei mesi di lotte intestine, ieri Cordoma ha sparato contro i ribelli del Pdl: «Non ho i numeri per governare e per rispetto della dignità mia e della città, lascio l'incarico. Un atto di responsabilità al contrario del voto dei ribelli del Pdl, del no di Oscaro Biferi dell'Udc e dell'assenza di Raffaele De Leonardis di Rialzati Abruzzo. Sono stati dei traditori che, per vigliaccheria, non hanno motivato il loro dissenso. Per colpa loro», incalza Cordoma, «Montesilvano tornerà indietro grazie all'arrivo di un commissario fino alle elezioni di maggio».
PARLANO I RIBELLI «Pur rimanendo nel Pdl ci sentiamo assai distanti dal modus operandi di gran parte dell'amministrazione e, in particolare, del sindaco», dicono Tocco, Cilli, Di Nicola e Catone, «è evidente a tutta la città che le cose non vanno: noi non siamo avvezzi a mettere la testa sotto, a noi piace cambiare e migliorare».
BIFERI ATTACCA Biferi dell'Udc replica a Cordoma: «È traditore chi modifica il proprio modo di agire e di pensare nel tempo, magari, perdendo di vista gli obiettivi primari per abbracciarne altri. In politica la coerenza si vede con i comportamenti e con i fatti. Fatti che mi hanno visto molte volte critico verso certe scelte del sindaco. Purtroppo, la politica del centrodestra è cambiata: in tre anni Cordoma ha imbarcato soggetti del passato già compromessi nell'amministrazione Cantagallo».
LA REPLICA AL PD Cordoma ha risposto anche ad Antonio Castricone, segretario provinciale del Pd che ha parlato di «mani sporche al Comune di Montesilvano»: «Qui le mani sono sporche di calcestruzzo e asfalto per i lavori fatti. Castricone guardi in casa sua».
È polemica sull'ultimo atto del sindaco Pasquale Cordoma, sfiduciato dal centrodestra con il no al riequilibrio di bilancio e sotto la lente della procura di Pescara per lo scandalo abruzzese dei rifiuti. Il sindaco, ieri, ha denunciato «oscure manovre» nel Pdl che l'hanno portato alle dimissioni.
IL GIALLO DELLA NOMINA La promozione di Marco Brescia a dirigente dell'Urbanistica, con un decreto di Cordoma, è stata firmata martedì, stesso giorno dell'annuncio delle dimissioni. Sempre martedì, il sindaco ha trasferito il dirigente dell'Urbanistica Gianfranco Niccolò ai Lavori pubblici per riempire il vuoto lasciato da Mauro Della Penna che si era dimesso il 2 agosto. Secondo il decreto 24, la nomina di Niccolò è stata fatta per «assicurare il perseguimento degli obiettivi strategici dell'amministrazione nei Lavori pubblici».
«La nomina di Brescia è stata una ripicca verso la maggioranza che l'ha sfiduciato oppure un'ultima prova di forza di Cordoma?», si chiede il consigliere di Rifondazione comunista Cristian Odoardi, «stimo Brescia, un dipendente che può meritare la promozione a dirigente a prescindere dai rapporti di parentela: è il genero del consigliere Emilio Di Censo, ex presidente dell'Ecoemme con Enzo Cantagallo sindaco e approdato all'Udc. Il problema della nomina è l'opportunità politica», dice Odoardi, «perché così il sindaco fa capire o che non ha intenzione di dimettersi o che, prima di andarsene, ha voluto mettere un uomo di fiducia in un posto chiave».
CONTRO I RIBELLI DEL PDL Alle 12 di ieri Cordoma ha incontrato il prefetto di Pescara Vincenzo D'Antuono per informarlo delle dimissioni e, alle 14,30, ha protocollato la lettera di addio: ha tempo venti giorni per ripensarci. Nel documento lancia accuse ai ribelli del Pdl e parla di «azioni palesi e sconcertanti, di trasformismo e tradimento politico. Ho registrato oscure manovre», osserva, «messe in atto da consiglieri che credevo essere componenti essenziali di questa maggioranza. I miei concittadini non meritano questa tortura quotidiana né la merito io, soprattutto se ad attuare la strategia di delegittimazione dell'istituzione sono quelli che vogliono essere i nuovi protagonisti della scena». Il riferimento è all'ex assessore ai Lavori pubblici Carlo Tereo de Landerset e all'ex vicesindaco Ernesto De Vincentiis che, l'11 aprile, si sono dimessi in contrasto con il sindaco. Dietro i ribelli del Pdl, Adriano Tocco, Paolo Cilli, Stefania Di Nicola e Vittorio Catone che hanno determinato la sconfitta della maggioranza, ci sono Tereo de Landerset e De Vincentiis. Cordoma afferma: «Lo svilimento delle pratiche politiche non è più conciliabile con la mia visione del munus consiliare. La scelta di dimettermi è una difesa del Comune: ho anteposto gli interessi della città a ogni ambizione politica». Nella lettera, Cordoma non fa riferimento all'inchiesta sui rifiuti.
LE LACRIME IN COMUNE Ieri, Cordoma si è sfogato con i fedelissimi del centrodestra: ha pianto rivendicando tre anni di lavoro fatto e ha assicurato di non avere preso un euro dai Di Zio, i proprietari della Deco spa. Ma la procura non lo accusa di questo: il suo coinvolgimento nell'indagine riguarda un «cambio di rotta a 180 gradi», così lo descrive il gip Guido Campli, nei rapporti con i Di Zio. Da contrario ad alleato fino a proporre un termovalorizzatore a Montesilvano. In mezzo, un finanziamento di 10 mila euro dato a Lorenzo Sospiri il 28 ottobre 2008, per la campagna elettorale delle regionali.
Dopo sei mesi di lotte intestine, ieri Cordoma ha sparato contro i ribelli del Pdl: «Non ho i numeri per governare e per rispetto della dignità mia e della città, lascio l'incarico. Un atto di responsabilità al contrario del voto dei ribelli del Pdl, del no di Oscaro Biferi dell'Udc e dell'assenza di Raffaele De Leonardis di Rialzati Abruzzo. Sono stati dei traditori che, per vigliaccheria, non hanno motivato il loro dissenso. Per colpa loro», incalza Cordoma, «Montesilvano tornerà indietro grazie all'arrivo di un commissario fino alle elezioni di maggio».
PARLANO I RIBELLI «Pur rimanendo nel Pdl ci sentiamo assai distanti dal modus operandi di gran parte dell'amministrazione e, in particolare, del sindaco», dicono Tocco, Cilli, Di Nicola e Catone, «è evidente a tutta la città che le cose non vanno: noi non siamo avvezzi a mettere la testa sotto, a noi piace cambiare e migliorare».
BIFERI ATTACCA Biferi dell'Udc replica a Cordoma: «È traditore chi modifica il proprio modo di agire e di pensare nel tempo, magari, perdendo di vista gli obiettivi primari per abbracciarne altri. In politica la coerenza si vede con i comportamenti e con i fatti. Fatti che mi hanno visto molte volte critico verso certe scelte del sindaco. Purtroppo, la politica del centrodestra è cambiata: in tre anni Cordoma ha imbarcato soggetti del passato già compromessi nell'amministrazione Cantagallo».
LA REPLICA AL PD Cordoma ha risposto anche ad Antonio Castricone, segretario provinciale del Pd che ha parlato di «mani sporche al Comune di Montesilvano»: «Qui le mani sono sporche di calcestruzzo e asfalto per i lavori fatti. Castricone guardi in casa sua».
© RIPRODUZIONE RISERVATA