«Così rilancerò quell’area»

D’Alfonso propone un piano per intercettare i fondi statali

PESCARA. «Il futuro della discarica di Bussi deve diventare emergenza nazionale per i poteri statali, affinché si faccia in modo che ci sia copertura finanziaria, amministrativa e normativa sia per la bonifica, che per ripristinare il naturale ciclo di vita nei luoghi di cui è accertata la contaminazione e anche nei luoghi a rischio». Luciano D’Alfonso, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, interviene così nel dibattito sul futuro della discarica dei veleni di Bussi.

«Tutta la vicenda dell'inquinamento della valle del Pescara ha avuto una gestione domestica, localistica e minimale», sostiene l’ex sindaco di Pescara, «mentre per via delle sue dimensioni, per l'importanza e per il numero delle persone e delle attività coinvolte occorreva coinvolgere, da subito, le migliori energie scientifiche e operative della nazione». Da qui la sua proposta. «La Regione, cambiato il quadro politico attuale», afferma, «aprirà una cabina di coordinamento e di monitoraggio chiamando a raccolta le massime autorità competenti, per affrontare il problema: il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l'Istituto superiore per la ricerca ambientale (Ispra), le università, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'Enea, coinvolgendo il governo nazionale e la Commissione europea». «Due sono gli obiettivi prioritari», spiega, «il primo, è quello della Mise (messa in sicurezza di emergenza); il secondo, è il destino economico delle aree già disponibili di Bussi e di quelle che si libereranno dopo le azioni di bonifica. Come terza priorità, l'Abruzzo deve farsi carico anche di attivare un contratto di fiume».

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