Crollo in galleria sulla tangenziale tra Pescara e Francavilla, tre indagati: sono progettisti e collaudatore

Nel 2023 si sfiorò la tragedia. Ora l’inchiesta è chiusa. «I pannelli andavano controllati»
PESCARA. A circa un anno e mezzo dal crollo della galleria San Silvestro, lungo la tangenziale tra Pescara e Francavilla, dove il 22 novembre del 2023 venne sfiorata la tragedia con il crollo dei pannelli di rivestimento (un automobilista rimase miracolosamente illeso), arriva la chiusura delle indagini.
INDAGATI E REATI Il procuratore Giuseppe Bellelli e il sostituto Anna Benigni hanno firmato e spedito l’avviso di conclusione delle indagini ai tre indagati: il romano Giulio Filippucci in qualità di ingegnere progettista strutturale e firmatario delle relazioni illustrative e di calcolo di progetto esecutivo della galleria; il salernitano Walter Sacco, in qualità di ingegnere progettista firmatario della tavola del progetto esecutivo relativo ai pannelli di rivestimento interni della galleria e contenente il particolare di ancoraggio in sommità della galleria; il marchigiano Angelo Balducci in qualità di collaudatore. Tutti rispondono degli stessi reati in concorso, e cioè crollo di costruzioni o altri disastri colposi e attentato alla sicurezza dei trasporti. Nessuna responsabilità, dunque, in capo ai vertici dell’Anas, né tantomeno a carico del gruppo Toto che realizzò l’opera nel 2007 (ipotesi che vennero subito abbandonate dai magistrati).
FALDA IDRICA E INFILTRAZIONI Filippucci e Sacco (difesi rispettivamente da Oliviero De Carolis Villars del foro di Roma e dall’avvocato Augusto La Morgia), nelle rispettive qualità, come si legge nell’imputazione, «nonostante fossero a conoscenza della presenza in loco di una falda idrica con confinata ed alimentata dalla infiltrazione delle acque piovane, dell’esistenza della quale si dava atto nella relazione illustrativa e di calcolo del progetto esecutivo di calcolo con riferimento alla caratterizzazione geologica e geotecnica dell’area, nonché nella relazione geologica-tecnica redatta dalla società Labortec già in data 27 novembre 1991, che segnalava “la possibilità di accumulo di falde acquifere all’interno dell’intervallo superiore permeabile” e nella relazione geologica-geotecnica redatta dall’ingegnere Pietro Lunardi nell’ottobre del 1997 che evidenziava l'esistenza di “una falda idrica non confinata”, omettevano di redigere il progetto statico del sistema di ancoraggio dei pannelli di rivestimento interno della galleria, non valutandoli quali elementi strutturali, nonché prevedevano un inadeguato sistema di drenaggio delle acque filtranti a tergo di tali pannelli con una tubazione, non ispezionabile e non visibile, di modeste dimensioni, non sufficiente a drenare l’acqua circolante e soprattutto non adeguatamente raccordata a ulteriori elementi di raccolta e smaltimento, prevedendo inoltre la soluzione di vincolo in testa ai pannelli non perfettamente conforme alle previsioni progettuali».
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