Cupola sull'Aurum, la città si spacca

La proposta presentata dallo storico, Giordano Bruno Guerri, consulente del sindaco, divide la città

PESCARA. Realizzare una cupola trasparente per completare l’Aurum. La proposta presentata dallo storico, Giordano Bruno Guerri, consulente del sindaco, divide la città.

«Non è un’idea nuova, ma un progetto tornato a più riprese. Non viglio dire che sia una brutta cosa, ma non mi entusiasma». A dirlo è Adelchi De Collibus, ex assessore alla Cultura ai tempi del sindaco Luciano D’Alfonso, e uno dei sostenitori del progetto per realizzare una copertura per il teatro D’Annunzio, poi sfumato con la caduta della giunta. Per De Collibus, il progetto «sembra un po’ troppo invasivo». Di diversa opinione l’attuale assessore alla Cultura, Elena Seller: «La proposta va analizzata: se ci saranno tutti gli elementi idonei, la struttura diventerebbe più fruibile e si potrebbe utilizzare anche nei mesi invernali». Quanto alla realizzazione del progetto, la Seller sottolinea, però, che «c’è ancora tanta strada da fare».

E’ un «no» secco, invece, quello che arriva da Edoardo Tiboni, patron del Premio Flaiano. «L’Aurum è una struttura firmata da un architetto che ha fatto la storia d’Italia, Giovanni Michelucci», dice Tiboni. «Come si fa a mettergli il cappello? L’edificio non deve essere disturbato da nulla e restare così come è».

A guardare la questione da un punto di vista diverso è Andrea Iezzi, presidente del Comitato abruzzese del paesaggio: «Non rifiuto, a priori, l’idea dell’innovazione, ma la questione fondamentale è quella della qualità architettonica. Non va buttato giù il tessuto storico della città».

Il direttore della Fondazione Genti d’Abruzzo, Ermanno de Pompeis, non si allontana molto dalla posizione di Guerri: «Sulla proposta della città verticale il problema è il come questo progetto si realizzi. Una città come Pescara si deve evolvere e stare al passo con i tempi, ma bisogna che lo faccia all’interno di un piano urbanistico ben definito».

«Sulla copertura dell’ex Aurum sono assolutamente d’accordo», conclude De Pompeis, «ma vale sempre quello che ho detto per lo sviluppo verticale».

Sulla stessa lunghezza d’onda è anche il regista teatrale, Raffaele De Ritis, che ammette di non vedere male il moderno sull’antico: «La copertura dell’Aurum si deve accompagnare a una progettualità ordinata e precisa. Lo stesso discorso vale per lo sviluppo verticale. Va bene che ci sia, a patto che regali più spazi da dedicare alla cultura».

Chi invece esprime dubbi è William Zola: «Sono perplesso sull’ex Aurum perché temo si possa rovinare l’originalità del progetto che prevedeva il binomio perfetto tra la struttura e la natura. Sull’altra proposta sono invece d’accordo. Pescara ha uno skyline come poche città, divisa tra mare e montagna. Un angolo di città sviluppata in verticale può valorizzare la sua bellezza, a patto che tutto sia fatto con criterio».
Su posizioni contrarie al progetto, invece, è l’architetto Anita Boccuccia: «Io fin da subito mi sono detta contraria sia alla copertura dell’ex Aurum che alla città verticale. La storicità di un monumento non va alterata. Se bisogna investire milioni di euro, credo sia meglio spenderli per altre necessità della città, più urgenti. È sotto gli occhi di tutti che gli spazi verdi scarseggiano. Io mi concentrerei su questo».

Anche se premette di non conoscere bene i punti della proposta, esprime lo stesso parere anche l’imprenditrice Simonetta Ferri: «Se c’è uno scopo specifico per cui coprire l’ex Aurum va bene, ma altrimenti è meglio utilizzare i fondi per altre cose. Per il resto, Pescara è già tutta costruita. Dove devono sorgere i grattacieli?»

Infine, il presidente della Provincia, Guerino Testa, che si dice «completamente d’accordo con l’idea dello sviluppo verticale, ma sulla copertura dell’ex Aurum», confessa, «non ho ancora elementi per esprimere un parere»».

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