CORONAVIRUS / L'INTERVISTA

D’Amario: per Natale l'Abruzzo in zona gialla 

Il direttore del Dipartimento sanità spiega l’obiettivo della Regione: «Le regole dicono che cambieremo il 10 (e non il 3) dicembre. Chiediamo di anticipare»

PESCARA. «L’obiettivo è tornare alla fascia gialla, e quindi anche alla riapertura delle attività di ristorazione, prima di Natale. Su questo sono fiducioso perché la situazione sta migliorando. Ma dobbiamo continuare a lavorare per stabilizzare questi dati positivi».
Lo dice Claudio D’Amario (nella foto in basso), direttore del Dipartimento regionale della sanità, che fa il punto sull’andamento dell’epidemia in Abruzzo e anticipa quello che può essere il Natale 2020 ai tempi della pandemia.

leggi anche: Parte il conto alla rovescia per tornare zona arancione  I nuovi dati ridanno speranza: scendono i ricoveri (-5) e l’indice di diffusione del virus (1,1) Per Marsilio dal 3 dicembre si potrà allentare la stretta. E per Natale (forse) area gialla

Non solo. D’Amario chiarisce anche quello che può succedere nella nostra regione dopo giovedì, giorno in cui scade l’ordinanza del presidente Marco Marsilio che ha imposto la zona rossa anticipando il decreto del Governo. L’Abruzzo, infatti, rischia di non diventare zona arancione da venerdì, ma di restare in zona rossa fino al 10 dicembre anche se i dati attuali consentirebbero di cambiare da subito fascia. Dal momento in cui la Cabina di regia del Ministero della Salute riconosce che una regione ha dei parametri compatibili con una fascia inferiore rispetto a quella che le è stata attribuita, quella regione, infatti, deve restare 14 giorni nella stessa fascia per stabilizzare i miglioramenti. Nel caso dell’Abruzzo, la Cabina di regia ha certificato una discesa di livello venerdì scorso nell’ultimo report che viene fatto ogni fine settimana. Per l’Abruzzo, dunque, il conto alla rovescia per uscire dalla zona rossa è partito venerdì e tecnicamente finisce il 10 e non il 3 dicembre. A meno che non ci sia una flessibilità da parte del Governo se i numeri dovessero migliorare nei prossimi giorni.

D’Amario, può confermare che l’Abruzzo rischia di restare zona rossa anche dopo il 3 dicembre?
«Di questo sono abbastanza convinto. Non è escluso, però, che si possa ottenere un risultato di maggiore flessibilità dalla conferenza Stato-Regioni che ci sarà in settimana. L’Abruzzo ha già indicatori buoni che potrebbero farci aspirare alla zona arancione, ma il regolamento di attribuzione di fascia richiede che, prima di tornare indietro, bisogna stare due settimane nella stessa fascia per stabilizzare i dati. Il miglioramento dell’Abruzzo è stato certificato venerdì dalla Cabina di regia. Noi siamo all’inizio della prima settimana di miglioramento, quindi tecnicamente dobbiamo starci altri 14 giorni, dopodiché la Cabina di regia ci attribuirebbe una fascia inferiore. Il meccanismo è questo perché se migliori gli indicatori la prima settimana, ma quella successiva i dati peggiorano, vuol dire che non si è creata la condizione della stabilità del risultato. Non dobbiamo però preoccuparci di questo perché il nostro obiettivo non è tanto passare nella fascia intermedia, ma tornare in una fascia gialla a Natale».

Come se lo immagina questo Natale?
«Noi abbiamo anticipato delle manovre restrittive proprio per evitare di trovarci a Natale in una situazione di blocco di tutte le attività e dell’economia. L’aver anticipato la zona rossa è stata una strategia perché, avendo un impatto assistenziale molto elevato, avremmo rischiato di trovarci nel periodo festivo in lockdown. Saremmo potuti restare ancora arancioni, ma poi saremmo finiti il 15 dicembre in zona rossa con una paralisi totale fino all’Epifania. Lavoriamo per salvare il Natale, consentire la riapertura dei bar e dei ristoranti e far girare l’economia».

Quali sono i primi effetti della zona rossa? Quali sono i dati attuali in Abruzzo sui ricoveri e sull’indice Rt?
«Ci sono già dei miglioramenti, adesso dobbiamo stabilizzare questi risultati. Abbiamo bloccato la crescita dell’indicatore dell’attività assistenziale, siamo in una situazione di plateau, ma ci sono ancora troppi ricoveri in ospedale. Siamo quasi al 40% delle terapie intensive e la soglia di allarme scatta al 30%. Siamo intorno al 50%, invece, per i posti letto occupati con l’allerta che scatta al 40%. Dobbiamo fare in modo di curare a casa i pazienti che hanno un quadro clinico in netto miglioramento.
Questo significa presentare allo Stato un’occupazione ospedaliera inferiore rispetto a quella che oggi presentiamo e che per il Governo rappresenta un allarme. L’assistenza domiciliare è una sfida per l’Abruzzo. In questi anni abbiamo insistito troppo negli ospedali e non nell’assistenza a casa. L’indice Rt, ovvero il tasso di riproduzione netto della malattia, è sceso all’1,11. Se riuscissimo ad arrivare questa settimana vicini all’uno sarebbe un grande segnale».

Quali comportamenti dobbiamo avere da qui fino a Natale per salvare le feste?
«Le regole sono sempre le stesse. Bisogna avere l’intelligenza di usare la mascherina, mantenere le distanze e lavarsi le mani. Regole da seguire non solo fino a Natale, ma anche in futuro. Vedo ancora comportamenti di non consapevolezza. Anche quando entreremo nella fase di miglioramento, non dobbiamo commettere l’errore di quest’estate e pensare che sia tutto finito. In estate ho visto molti assembramenti e un’aria rilassata. Quegli atteggiamenti un po’ li stiamo pagando ora».

Quando sarà sconfitto il Coronavirus?
«Il virus sarà presente in modo molto importante fino a maggio-giugno 2021, e ci potrebbe essere anche il rischio di un ritorno nel 2022. Le vere pandemie durano due o tre anni e non si esauriscono con una stagione invernale».
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