Da Liscia in Birmania La scelta coraggiosa del cuoco Niko Lalla 

Con la cucina abruzzese (cacio e ova, sagne e zafferano) sbanca nel paese asiatico. Che lo premia per la bravura

Da Liscia in Birmania, alla conquista dei palati asiatici. Niente più mohinga, piatto tipico della cucina birmana, con pastina in brodo a base di pesce fermentato, né spaghetti affogati in una densa salsa di latte o i "pe min", piselli bolliti conditi con olio di arachidi.
Nicolino Lalla, Niko per gli amici, 40 anni, cuoco originario del paese in provincia di Chieti, ha conquistato i birmani con piatti tipicamente abruzzesi. Le sue specialità? Sagne a pezze con sugo di pomodoro e ventricina, pallotte cacio e ova, zuppa di castagne, legumi e crema di tartufo nero, spaghetti con crema di porro, zafferano dop dell’Aquila, guanciale e pecorino. E per gli amanti della carne, suprema di fagiano cotto e filetto di bisonte alla griglia con salsa di spugnole e cavolo nero. Una cucina creativa, simbolo dell'Italia più autentica, nel ristorante “E' Cucina ristorante e vino”, diretto dall’executive chef abruzzese, che ha aperto un locale a Yangon, la città più popolosa della Birmania, insignito, il 6 dicembre scorso, della prestigiosa targa “Ospitalità Italiana” dall'ambasciatrice, Alessandra Schiavo, e dai rappresentanti della Camera di Commercio. Marchio promosso dall'Isnart e dal sistema camerale, che valuta e certifica l’autenticità dei locali made in Italy. Di strada ne ha fatta Lalla, segnalato anche dal giornale web "Informacibo", diretto da Donato Troiano, per la partecipazione alla recente Settimana della Cucina italiana nel mondo. L'interesse per i fornelli, ereditato dalla madre Mafalda, lo ha portato a frequentare l’Istituto alberghiero di Villa Santa Maria, il paese che sforna cuochi, dove è entrato in contatto con gli chef Giuseppe Falconio e Tobia Ciarulli. Dalle prime esperienze lavorative in Toscana, appena ventenne, Lalla è approdato a Valencia, in Spagna, poi al Grand Hotel di Porto Cervo in Sardegna, all’Hotel Schweizerhof di St Moritz, in Svizzera, e al Baglioni di Londra, fino a diventare chef consultant a Philadelphia, negli USA, in Germania e a Doha in Qatar. Portando, in Europa e all'estero, i piatti tipici abruzzesi, i salumi locali, persino la trippa.
Nel 2013 è stato alla guida del pluripremiato ristorante "Medici Kitchen & Bar", dentro il Boutique hotel Muse, uno dei migliori ristoranti di Bangkok, poi la scelta di trasferirsi in Birmania, per offrire ai clienti una cucina rigorosamente italiana, condita da un tocco di innata creatività.
« Il mio tempo libero lo dedico alla continua ricerca di nuovi prodotti e tecniche di lavorazione», dice Lalla, «amo essere aggiornato sulle novità come dimostrano i miei piatti, che mettono l’alta qualità del prodotto in primo piano. Ma è la tradizione l'ingrediente principale di ogni menu». Per la serata di gala del premio Ospitalità italiana, Lalla non ha tradito le sue origini proponendo salmone marinato con capperi e mousse al caprino, ravioli ricotta e spinaci con salsa di tartufo nero e funghi, guancia di manzo brasato con vino rosso e polenta. Gran finale con la cassata, omaggio alla terra siciliana. E la tradizione è servita.
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