De Cesaris, futuro incerto per 70 lavoratori della Rsa di Spoltore

La cooperativa Ambra se ne va. La gestione potrebbe passare ai proprietari Pierangeli, Petruzzi e Spatocco

SPOLTORE. Un inizio anno di preoccupazioni, quello dei circa settanta lavoratori (di cui più o meno 10 sono collaboratori esterni) della cooperativa Ambra presieduta da Roberto Mainardi, che da dodici anni gestisce la residenza sanitaria assistenziale De Cesaris, in contrada Bucciarelli, a Spoltore. A fine mese, infatti, scadrà il contratto che la cooperativa ha stipulato con la casa di cura per anziani, la De Cesaris srl, di proprietà del gotha della sanità privata abruzzese, ovvero Pierangeli, socio di maggioranza, Petruzzi e Spatocco. E il futuro, tra i dipendenti, appare al momento incerto. Anche se arrivano parole rassicuranti dalla vicepresidente della cooperativa, Chiara Malacrino. «Sia per i lavoratori, sia per gli anziani, non ci sarà nessun cambiamento. Si tratta solo», ha precisato, «di una normale cessione di un ramo di azienda, che ritorna ai proprietari». Punto. Ma l’aria che si respira, tra i dipendenti della struttura – cui peraltro si raggiunge svoltando a sinistra un paio di chilometri dopo aver lasciata Villa Raspa, sul tratto che la congiunge a Spoltore, percorrendo una strada privata accidentata e piena di buche – non è di festa. «Siamo in attesa di notizie», fa sapere qualcuno, mentre in questi giorni c’è un andirivieni di parenti che vanno a trovare i ricoverati.

«Stiamo solo aspettando che ci dicano qualcosa, ma è naturale che qualche apprensione ci sia. Il timore, molto semplicemente, è che si perdano i posti di lavoro. Ci stiamo sentendo con i sindacati e il momento è delicato. Si tratta sempre», fanno notare, «di un trasferimento». La De Cesaris, fondata dal cavalier Ulderico De Cesaris intorno agli anni Cinquanta del secolo scorso, e che oggi offre 115 posti letto, dei quali 104 accreditati, dopo essere passata di mano agli eredi è stata acquistata dagli attuali proprietari ed è stata concessa in gestione alla Nis, la Nuova impresa sociale (successivamente diventata cooperativa Ambra) il 1° ottobre 2001, con un’utenza arrivata a sconfinare anche oltre provincia.

«Da noi», mettono in rilievo dalla residenza per anziani, «vengono persone da tutta la regione». Anche la cooperativa Ambra ha un ampio spettro d’azione. «Siamo attivi dal 1995», ricorda Malacrino, entrata a far parte del gruppo nel 1997, giungendo attualmente a ricoprire il ruolo di direttrice del personale, «e siamo occupati, oltre che in strutture per anziani, anche in asili e strutture frequentate da un’utenza psichiatrica». Ora però la palla ritorna ai proprietari. «Noi abbiamo solo preso in affitto la struttura, con tutti i dipendenti. E il 31 gennaio rappresenta solamente la data della cessazione di un contratto», conclude. Ma altri problemi sembrano incombere sulla De Cesaris.

L’edificio, che ha un nucleo storico, e un altro costruito più tardi, ha più o meno sessant’anni di vita e in alcuni punti necessita di ristrutturazioni. Ben informati fanno sapere che si potrebbe trattare anche di un intervento di qualche milione di euro.

Un’ulteriore tegola che pende, in quanto si tratterebbe di un ulteriore investimento da parte dei proprietari, i quali potrebbero decidere di tagliare i costi della struttura, sforbiciando altre voci. Altro campanello d’allarme per i dipendenti di Ambra, i quali, in questi giorni, sono rimasti in contatto con sms frenetici.

Vito de Luca

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