Delitto di Manoppello, il figlio in cella aspetta l'interrogatorio

Il giovane arrestato in attesa dell'interrogatorio, oggi l'autopsia. Il padre: mi resta solo lui
MANOPPELLO. Sarà esaminato oggi dal medico legale il corpo di Maria Teresa Di Giamberardino, la casalinga di 55 anni uccisa domenica pomeriggio a coltellate dal figlio, reo confesso, Valentino Di Nunzio, 27 anni.
Intanto dalle indagini dei carabinieri di Popoli emerge con ancora più chiarezza che quello di domenica è un delitto senza una ragione, senza un movente, senza una causa scatenante. Probabilmente senza niente che non sia un impulso derivato dalla malattia del ragazzo, che da diversi anni era seguito da uno psichiatra. E lo stesso ragazzo non è in grado ancora di indicare il motivo che lo ha spinto a togliere la vita alla madre.
L'OMICIDIO. Valentino Di Nunzio, figlio unico, ha ucciso sua madre Maria Teresa domenica pomeriggio intorno alle 16.30. Nell'appartamento di via Campania, allo Scalo, in quel momento c'erano solo madre e figlio. Il padre di Valentino, Fernando Di Nunzio, era andato al bar.
Qualche ora prima la famiglia aveva pranzato tutta insieme, come sempre. Poi la madre era andata a dormire, il marito al bar, Valentino a casa degli zii.
Il ragazzo, però, poco dopo essere arrivato pianta in asso i cugini. «Torno subito», dice. E va a casa. I parenti all'inizio non si preoccupano, Valentino sembra normale. Dopo un po' provano a chiamarlo, lui non risponde. Sentono passare un'ambulanza e si preoccupano. Si sarà sentito male? Valentino in realtà è tornato a casa, al secondo piano della palazzina di via Campania. La madre lo ha sentito rientrare, si è svegliata, si alza.
Stando alla ricostruzione dei carabinieri tra i due non c'è una lite, neppure una discussione. Non c'è un motivo, futile o importante, che spieghi quello che succede un attimo dopo.
Valentino aggredisce la madre. Lei fa appena in tempo a chiedere aiuto urlando. Lui la colpisce almeno quattro volte all'addome con un coltello da tavola che resta incastrato. Poi va in cucina, ne prende un altro e le taglia la gola. Maria Teresa si accascia davanti alla porta d'ingresso dell'appartamento. I vicini sentono dei rumori, chiamano i carabinieri.
L'ARRESTO E LE INDAGINI. Quando gli uomini della stazione di Manoppello guidati dal maresciallo Loris Zonetti arrivano in via Campania, Valentino lo ammette subito: «Ho ucciso mia madre, mi aveva fatto arrabbiare».
I militari della compagnia di Popoli comandati da Pasquale Del Giudice e coordinati dal capitano Mirco Boccolini lo arrestano, lo portano in caserma e lo interrogano davanti al difensore.
A chiamare l'avvocato Isidoro Malandra è stato il padre del ragazzo. «È ancora sotto shock», spiega il legale, «sta cercando di spiegarsi quello che è successo. Ma è molto preoccupato per il figlio. Gli è rimasto solo lui». In caserma padre e figlio non si incrociano.
Il ragazzo durante l'interrogatorio collabora, spiega agli investigatori cosa è successo dentro quella casa. Dalle sue parole non emerge un movente, un motivo, nulla che possa spiegare quello che è successo. Valentino non ha discusso con la madre. Né ha avuto una discussione prima di rientrare a casa che possa aver fatto montare una collera poi sfogata sulla donna. Chi ha avuto modo di vederlo dice che il ragazzo era impassibile, sembrava non capire cosa aveva fatto, come se non riuscisse a realizzare.
MEDICO E PARENTI. In serata i militari ascoltano i parenti del ragazzo, i vicini di casa, le persone che hanno dato l'allarme. Tutti confermano che Valentino sembrava normalissimo fino a un minuto prima di uccidere la madre. E che in famiglia non c'era mai stato un litigio serio, qualcosa che potesse far immaginare quello che sarebbe successo.
Anche lo psichiatra che aveva in cura il ragazzo, Roberto Riccioni, si presenta a rendere dichiarazioni spontanee. E anche lui spiega che Valentino, se pur in cura da diversi anni per un disturbo psichico, non aveva mai dato segni di aggressività.
OGGI L'AUTOPSIA. Sul cadavere della vittima il medico legale che ha effettuato il primo esame ha riscontrato ferite lacero contuse e contusioni. Ma a stabilire con certezza quale sia stata la causa della morte della donna sarà l'autopsia che il medico legale Giuseppe Sciarra eseguirà oggi stesso sul cadavere. A conferire l'incarico all'anatomopatologo sarà in mattinata il pm Salvatore Campochiaro che sta coordinando le indagini. Dev'essere invece ancora fissato anche l'interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari, che dovrà convalidare l'arresto effettuato dai carabinieri.
Intanto dalle indagini dei carabinieri di Popoli emerge con ancora più chiarezza che quello di domenica è un delitto senza una ragione, senza un movente, senza una causa scatenante. Probabilmente senza niente che non sia un impulso derivato dalla malattia del ragazzo, che da diversi anni era seguito da uno psichiatra. E lo stesso ragazzo non è in grado ancora di indicare il motivo che lo ha spinto a togliere la vita alla madre.
L'OMICIDIO. Valentino Di Nunzio, figlio unico, ha ucciso sua madre Maria Teresa domenica pomeriggio intorno alle 16.30. Nell'appartamento di via Campania, allo Scalo, in quel momento c'erano solo madre e figlio. Il padre di Valentino, Fernando Di Nunzio, era andato al bar.
Qualche ora prima la famiglia aveva pranzato tutta insieme, come sempre. Poi la madre era andata a dormire, il marito al bar, Valentino a casa degli zii.
Il ragazzo, però, poco dopo essere arrivato pianta in asso i cugini. «Torno subito», dice. E va a casa. I parenti all'inizio non si preoccupano, Valentino sembra normale. Dopo un po' provano a chiamarlo, lui non risponde. Sentono passare un'ambulanza e si preoccupano. Si sarà sentito male? Valentino in realtà è tornato a casa, al secondo piano della palazzina di via Campania. La madre lo ha sentito rientrare, si è svegliata, si alza.
Stando alla ricostruzione dei carabinieri tra i due non c'è una lite, neppure una discussione. Non c'è un motivo, futile o importante, che spieghi quello che succede un attimo dopo.
Valentino aggredisce la madre. Lei fa appena in tempo a chiedere aiuto urlando. Lui la colpisce almeno quattro volte all'addome con un coltello da tavola che resta incastrato. Poi va in cucina, ne prende un altro e le taglia la gola. Maria Teresa si accascia davanti alla porta d'ingresso dell'appartamento. I vicini sentono dei rumori, chiamano i carabinieri.
L'ARRESTO E LE INDAGINI. Quando gli uomini della stazione di Manoppello guidati dal maresciallo Loris Zonetti arrivano in via Campania, Valentino lo ammette subito: «Ho ucciso mia madre, mi aveva fatto arrabbiare».
I militari della compagnia di Popoli comandati da Pasquale Del Giudice e coordinati dal capitano Mirco Boccolini lo arrestano, lo portano in caserma e lo interrogano davanti al difensore.
A chiamare l'avvocato Isidoro Malandra è stato il padre del ragazzo. «È ancora sotto shock», spiega il legale, «sta cercando di spiegarsi quello che è successo. Ma è molto preoccupato per il figlio. Gli è rimasto solo lui». In caserma padre e figlio non si incrociano.
Il ragazzo durante l'interrogatorio collabora, spiega agli investigatori cosa è successo dentro quella casa. Dalle sue parole non emerge un movente, un motivo, nulla che possa spiegare quello che è successo. Valentino non ha discusso con la madre. Né ha avuto una discussione prima di rientrare a casa che possa aver fatto montare una collera poi sfogata sulla donna. Chi ha avuto modo di vederlo dice che il ragazzo era impassibile, sembrava non capire cosa aveva fatto, come se non riuscisse a realizzare.
MEDICO E PARENTI. In serata i militari ascoltano i parenti del ragazzo, i vicini di casa, le persone che hanno dato l'allarme. Tutti confermano che Valentino sembrava normalissimo fino a un minuto prima di uccidere la madre. E che in famiglia non c'era mai stato un litigio serio, qualcosa che potesse far immaginare quello che sarebbe successo.
Anche lo psichiatra che aveva in cura il ragazzo, Roberto Riccioni, si presenta a rendere dichiarazioni spontanee. E anche lui spiega che Valentino, se pur in cura da diversi anni per un disturbo psichico, non aveva mai dato segni di aggressività.
OGGI L'AUTOPSIA. Sul cadavere della vittima il medico legale che ha effettuato il primo esame ha riscontrato ferite lacero contuse e contusioni. Ma a stabilire con certezza quale sia stata la causa della morte della donna sarà l'autopsia che il medico legale Giuseppe Sciarra eseguirà oggi stesso sul cadavere. A conferire l'incarico all'anatomopatologo sarà in mattinata il pm Salvatore Campochiaro che sta coordinando le indagini. Dev'essere invece ancora fissato anche l'interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari, che dovrà convalidare l'arresto effettuato dai carabinieri.
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