Delitto, polizia perquisisce le case dei rom

8 Luglio 2012

PESCARA. Non si fermano le perquisizioni della squadra Mobile, a caccia della pistola con cui è stato ucciso Tommaso Cagnetta il 2 luglio in via Tavo. Blitz a tappeto che gli uomini di...

PESCARA. Non si fermano le perquisizioni della squadra Mobile, a caccia della pistola con cui è stato ucciso Tommaso Cagnetta il 2 luglio in via Tavo.

Blitz a tappeto che gli uomini di Pierfrancesco Muriana stanno mettendo a segno nelle case dei rom e non solo, considerando che è in un tombino in via Vico Moro, davanti alla casa di Angelo e Massimo Ciarelli, rispettivamente in carcere per l’omicidio di Tommaso Cagnetta e Domenico Rigante, che sono stati trovati 13 proiettili calibro 38 special riconducibili alle ogive estratte dai corpi delle due vittime. Ogive esplose con una pistola calibro 38 che , stando alle testimonianze raccolte dopo l’omicidio di Rigante in via Polacchi la sera del primo maggio, farebbe il paio con l’altra pistola più piccola utilizzata in quel sanguinoso agguato.

Una seconda pistola che, sostengono gli investigatori, potrebbe essere riconducibile alla 7,65 che ha sparato contro la prostituta nigeriana lo scorso 25 aprile, Un tentato omicidio di cui è accusato Pasquale Di Giovanni, cugino indiretto dei Ciarelli peri quali lavorava come stalliere e per i quali, questa è una delle ipotesi su cui stanno lavorando gli investigatori, il 28enne avrebbe custodito anche le armi. Ma di queste, finora non c’è traccia. Per questo appare decisivo, ai fini delle indagini, l’esito della comparazione delle ogive estratte da Rigante e Cagnetta. Un risultato che gli inverstigatori aspettano in settimana dal gabinetto interregionale della Scientifica di Ancona.

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