Demolita l’ultima casa dei pescatori Borgo marino perde il suo simbolo 

Nell’ex quartiere marinaro, tra via Gobetti e via don Bosco, sarà costruita una palazzina di 8 piani L’ex proprietario: «Il Comune aveva promesso di salvare l’abitazione, ma nessuno ha fatto niente»

PESCARA. «Mimì, se n’è andata Pescara». «Un pezzo alla volta qui non rimane più niente». «Oggi è una giornataccia per tutti». Frasi spezzate, sussurrate a mezza bocca dai passanti mentre sullo sfondo una ruspa demolisce mattone dopo mattone la casetta tinteggiata di azzurro e blu con le conchiglie e i delfini disegnati a mano da Domenico Zizzi a Borgo marino nord. Un luogo dell’anima, simbolo dell’ex quartiere marinaro che scompare, fagocitato dalle logiche del profitto che impongono nuovi appartamenti al posto dell’ultima dimora della storica famiglia di pescatori.
In seguito a un progetto del Comune di alcuni anni fa per la riqualificazione del quartiere e al successivo accordo tra privati e costruttori, quella che tutti conoscono come la casa del pescatore “Mimì” Zizzi ieri è stata abbattuta nel silenzio delle istituzioni. Al posto delle pareti con i colori del cielo e del mare, all’angolo tra via Gobetti e via don Bosco, adesso sono ammassati cumuli di macerie. Il vecchio proprietario, Domenico detto Mimì, con il cappello a quadri e la bicicletta, osserva malinconico i lavori degli operai della ditta Immotrading e del consorzio Le Conchiglie dall’altro capo della strada, mentre uno dopo l’altro gli si avvicinano decine e decine di pescaresi di tutte le età, probabilmente passati almeno una volta per trascorrere una serata assaggiando i piatti a base di pesce fresco cucinati per gli amici da Mimì. Pacche sulla spalla, simboliche in tempo di Covid, sguardi smarriti e sorrisi di solidarietà che si intuiscono dietro le mascherine.
«Qui ci è nato il papà di mio nonno e poi mio nonno», racconta Mimì, «tutti e due facevano i pescatori. La mia è una famiglia storica di marinai: lo stesso mestiere era di mio padre. Mio zio, invece, a cui faceva male il mare, è finito a fare il pescivendolo. Io, invece, a pesca ci andavo solo nei momenti liberi perché i miei genitori hanno voluto che diventassi elettricista». Ma il mare, a Domenico Zizzi, è rimasto nel cuore, al punto che ogni angolo e ogni dettaglio della sua casetta riproduceva decorazioni e dettagli a tema marinaro. Come la parete blu con l’immagine delle reti dei trabocchi, le case dei pescatori del quartiere sullo sfondo, i pesci e le conchiglie, contornati dalla scritta: “Borgo marino e i trabocchi. C’era una volta”. Oppure l’altra parete celeste con i delfini in cerchio, la barca a vela e l’immagine laterale di Popoli con il fiume. «Nella mia casa, in via Buozzi, ho portato quadri, conchiglie e altre decorazioni che un tempo avevo nella casetta», sorride Mimì Zizzi, «le conservo in ricordo delle belle giornate trascorse con gli amici. Qui sono passati tantissimi pescaresi: venivano per un brodetto alla marinara. Durante le festività natalizie ci riunivamo con le famiglie per la cena di Natale o per le tombolate. Sono venuti anche tantissimi politici. Alcuni avevano promesso di salvare la casetta, ma poi nessuno ha fatto niente. Qualcuno aveva proposto anche di aprire un ristorante, mantenendo la casetta, ma non ne hanno voluto sapere niente. La cosa positiva è che i costruttori mi hanno permesso di continuare a utilizzarla per anni, fino a pochi giorni fa, quando è stato deciso di avviare la demolizione».
In base al piano di riqualificazione del quartiere, approvato in consiglio comunale nel 2018, al posto della casa del pescatore “Mimì” Zizzi sorgerà una palazzina residenziale di otto piani, mentre intorno è previsto l’allargamento della sede stradale con la costruzione di marciapiedi.
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