Di Pietrantonio duro: sono deluso dal Pd forse non mi candido

Il capogruppo sconfitto di recente alle primarie si confessa «Da 16 anni in consiglio, il mio partito non mi ha sostenuto»

PESCARA. È stato per 16 anni in consiglio comunale. Ora, come un capitano di lungo corso, Moreno Di Pietrantonio potrebbe dire addio all’attività di consigliere in Comune. Il capogruppo del Pd, in realtà, non ha preso ancora una decisione definitiva, ma le voci che si rincorrono in ambienti politici danno quasi per scontato che non si candiderà alle prossime comunali di maggio. Forse pesa ancora la sconfitta alle primarie del centrosinistra per la corsa a sindaco? Lui sostiene di no. Ci sono altre ragioni e in questa intervista finalmente si confessa e parla della delusione che ha provato nel vedere una parte del suo partito voltargli le spalle, facendogli mancare il sostegno per la candidatura alle primarie, vinte dal consigliere del Pd Marco Alessandrini.

Capogruppo Di Pietrantonio, allora non si candida?

«Non ho ancora deciso. Sto meditando proprio perché non ho assolutamente intenzione di abbandonare la politica. Sto pensando quale può essere il contributo migliore che posso dare per lo sviluppo della città. Il mio partito mi spinge a candidarmi e lo stesso fanno molti cittadini: deciderò comunque entro la prossima settimana.

Quanto influisce nella decisione la sua sconfitta alle primarie?

«Le primarie le ho volute fortemente. È uno strumento di grande democrazia. Poi sono andate come sono andate, ho avuto comunque un risultato notevole (1.100 voti) anche se non ho vinto. Certo, mi aspettavo di più, ma mi sono reso conto che non ho avuto l’appoggio del partito e dell’apparato, pur essendo il capogruppo del maggiore partito di opposizione della città più grande d’Abruzzo. In proposito, devo confessare che tanti cittadini mi hanno fermato per strada, oppure mi hanno contattato sui social network, per chiedermi una spiegazione di questa scelta del mio partito».

È stato vittima di un’imboscata?

«No, non è stata un’imboscata. Io ho posto la mia candidatura a sindaco prima degli altri e può darsi che questa cosa non sia stata gradita. Il contrasto è stato davvero forte e organizzato da una parte del partito».

Ha mai pensato di lasciare il Pd?

«Non ho mai pensato, nonostante tutto, di lasciare il partito che io ho contribuito a fondare a Pescara. Credo nel Pd, anche se non condivido alcune scelte e voglio continuare a dare il mio contributo di esperienza e di passione per il partito e per la città, sostenendo con grande lealtà e correttezza il candidato sindaco Marco Alessandrini e il candidato alla presidenza della Regione Luciano D’Alfonso.

Dalle sue parole emerge una profonda amarezza.

«Il partito mi ha deluso. Mi sarebbe piaciuto concretizzare questa esperienza come candidato sindaco. Ma ci sono tanti altri modi per poter dare lo stesso un contributo. Ripeto, questa incertezza non è dovuta al risultato delle primarie. È una riflessione sull’attività di consigliere che va avanti da 16 anni e ora sto meditando il modo di dare un contributo in un altro modo per mettere a frutto la mia esperienza».

Si aspetta qualche offerta?

«Non mi aspetto nessuna chiamata. Io sono abituato a conquistare le cose. Mi dispiacerebbe lasciare il consiglio dopo tante battaglie, ma è anche giusto cambiare».

©RIPRODUZIONE RISERVATA