Divise irregolari per i vigili Querelata la ditta fornitrice

Finisce in procura lo scontro Comune-impresa sul vestiario consegnato nel 2012 Alessandrini ha sporto denuncia. I sindacati: «Si indaghi su questo appalto»

PESCARA. Finisce in procura lo scontro legale sulle divise dei vigili urbani consegnate nel 2012 e mai utilizzate perché non conformi all’ordine effettuato. L’avvocato del Comune Lorena Petaccia, con una lettera indirizzata al sindacato autonomo della polizia locale Diccap, ha fatto sapere che il sindaco Marco Alessandrini ha presentato una denuncia-querela in procura affinché la magistratura accerti se sussistano responsabilità penali in questa vicenda. Vengono indicati, in proposito, due articoli del Codice penale: il primo, articolo 355, riguarda l’inadempimento di contratti di pubbliche forniture e prevede la reclusione fino ad un anno e una multa da 51 a 2.065 euro; il secondo, il 356, disciplina i casi di frode nelle pubbliche forniture e prevede la reclusione da un anno a cinque e una multa non inferiore a 1.032 euro. Di questa questione si è occupata ieri la commissione Vigilanza guidata da Carlo Masci.

Questo è l’ultimo capitolo di uno scontro che va avanti da quattro anni. Ecco la vicenda raccontata da fonti del Comune. Il 21 dicembre del 2011, il comandante della polizia municipale richiese all’Economato del Comune di provvedere con urgenza a fornire al corpo diversi capi di abbigliamento, con una spesa presumibile pari a 129.205 euro. L’Economato fece un bando per una gara al ribasso per l’affidamento dell’appalto. Il 31 luglio del 2012, venne aggiudicata la gara alla Cantoni Fernanda srl, con sede a Roma, la quale si offrì di fornire tutti i capi di abbigliamento richiesti per la somma di 103.892 euro, Iva compresa. Il 18 ottobre del 2012, la ditta consegnò al comando della polizia municipale una prima parte della fornitura richiesta, emettendo la fattura per l’importo di 103.890 euro, relativa al totale dei capi, mentre la consegna successiva del rimanente della merce ordinata avvenne successivamente, nel corso del 2013.

Il 24 ottobre del 2013, l’Economato fece presente di non voler procedere al pagamento per la mancanza dell’attestato di regolare esecuzione della fornitura. Il comando dei vigili, infatti, spiegò di non poter emettere l’attestazione, in quanto la fornitura non poteva considerarsi eseguita in maniera completa ed esatta, poichè molti capi vennero restituiti per effettuare modifiche di sartoria. Inoltre, evidenziò che vi erano dei dubbi sulla qualità del tessuto dei giacconi, che sembravano non essere realizzati con materiale in Gore-tex, come invece richiesto nell’appalto. Una ditta specializzata, interpellata, confermò un materiale diverso dal Gore-tex. Nonostante le contestazioni dell’ente, la ditta inviò al Comune un’ingiunzione di pagamento che non venne onorata. Da qui, è nato un contenzioso legale sfociato in tribunale e ora anche in procura. Il Comune ha richiesto la condanna della ditta al risarcimento dei danni subiti dall’ente.

E ora i sindacati autonomi della polizia locale Diccap e Csa, in una lettera inviata al sindaco, al direttore generale e al capo dei vigili, hanno fatto presente che quei capi di abbigliamento non sono mai stati consegnati agli agenti. «Nella relazione» della polizia municipale, si legge, «si indica come vestiario consegnato ai dipendenti due tipologie non da capitolato: giacca operativa e pantaloni o gonna. Ma non risultano consegnate ai dipendenti. Si indica come vestiario distribuito ai dipendenti anche camicie e cravatte che, al contrario, non risultano distribuite. Ma nella relazione questi fatti non vengono contestati alla ditta».

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