Montesilvano

Morta in spiaggia a 78 anni, indagati i 3 bagnini per omissione di soccorso e omicidio colposo

23 Settembre 2025

Montesilvano. Secondo l’autopsia, lo scorso 13 settembre Maria Salvatori è deceduta in seguito a un attacco cardiaco, ma il pm ha disposto l’analisi dei telefonini dei tre: vuole verificare se in quei minuti fossero distratti

PESCARA. Tre bagnini finiscono sotto inchiesta per omissione di soccorso e omicidio colposo in relazione alla morte di una bagnante di 78 anni avvenuta nello specchio d’acqua della spiaggia libera di Montesilvano, il 13 settembre scorso.

Il pm Gennaro Varone vuole vederci chiaro su quel decesso (e questo forse anche a seguito della morte in mare lo scorso 24 luglio della giovanissima Fatime, anche se quest'ultima è avvenuta in circostanze più complesse) e, oltre a disporre l’autopsia della donna per accertare le cause della morte e stabilire anche quanto tempo sia rimasta in acqua prima di essere portata a riva e ogni altro aspetto legato a questioni medico-legali, ha anche affidato un secondo incarico.

Questa volta a un esperto informatico, per far analizzare i telefoni cellulari dei tre bagnini indagati. Lo scopo è sin troppo chiaro: verificare se nell’arco di quei pochi minuti in cui la donna è rimasta in acqua a faccia in giù, i tre indagati stavano effettivamente svolgendo il loro lavoro, e quindi controllare il litorale di propria competenza, verificando dalla torretta in dotazione se fosse tutto regolare, o magari ci fosse invece qualche situazione critica da valutare, e per la quale intervenire tempestivamente. Tutto questo per accertare se in quei minuti gli indagati fossero stati magari intenti a utilizzare i propri cellulari e quindi, distratti da telefonate o messaggi o chat, abbiano trascurato l’osservazione del tratto di mare di loro competenza, non accorgendosi che la donna era in una situazione di pericolo o in difficoltà per qualsiasi motivo.

Va detto che il medico legale incaricato dell’autopsia, Cristian D’Ovidio, non ha ancora depositato il proprio elaborato al pm, ma sarebbe stato anticipato al magistrato che la donna era affetta da una grave patologia cardiaca ed avrebbe avuto un attacco di cuore praticamente fulminante: che l'avrebbe portata alla morte in maniera molto rapida.

I ragazzi indagati, tutti di Pescara e tutti giovanissimi, di età fra i 19 e i 23 anni, difesi dagli avvocati Martina Liberatore, Mirco D’Alicandri e Fabrizio Giuliani, sono al momento accusati di omissione di soccorso perché avrebbero «omesso il doveroso soccorso, nella loro qualità di bagnini, in presenza del corpo inanimato prono in acqua di Maria Dionina Salvatori, 78 anni, di Montesilvano, nello spazio di mare prospicente la spiaggi n. 7, lasciandolo colpevolmente in quelle condizioni per circa un quarto d’ora, senza intervenire».

Ma i tre bagnini sono accusati anche di omicidio colposo perché «con la negligente condotta di cui al capo precedente, ritardando colpevolmente i soccorsi concorrevano a cagionare la morte della donna». Perché sono tre i bagnini indagati? Perché il pm Varone, in base al regolamento della società per cui lavorano, la Lifeguard, ha accertato che ogni bagnino è responsabile di un tratto di spiaggia che non necessariamente deve essere quello di un solo stabilimento, per cui ha ritenuto di indagare i bagnini dei tre stabilimenti della zona: e cioè, oltre a quello che si occupa della spiaggia libera Jova Beach, anche quelli degli stabilimenti confinanti, vale a dire quello di Bagni Bruno e quello di Sabbia D’Oro.

Quel pomeriggio, il corpo della donna riverso in acqua era stato notato intorno alle 18.15 da un passante e anche da uno dei bagnini che hanno subito allertato il 118 e la Guardia costiera. La donna si trovava in circa un metro di acqua con un solo bracciolo salvagente al braccio. Inutili tutte le manovre di rianimazione effettuate dai soccorritori, e questo lo si comprende alla luce dell’autopsia che ha stabilito che la morte sarebbe avvenuta in pochi secondi a causa di quel violento attacco cardiaco. I documenti della donna vennero ritrovati allo stabilimento Azzurra che si trova più a sud rispetto al tratto di spiaggia libera in cui la vittima è stata avvistata in mare, segno che la donna stava facendo una passeggiata in acqua quando è arrivato l'attacco mortale.

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