PESCARA

Dopo la crisi, l’incendio del capannone: «Vado avanti»

Emiliano Mucci, titolare dell’ingrosso di fiori andato a fuoco sabato sera a Pescara: "Ho pianto disperato, è dura, ma voglio ripartire"

Sabato sera un incendio ha spazzato via il lavoro e i sacrifici di tanti anni. Ma Emiliano Mucci (nella foto), 41enne, titolare dell’ingrosso di fiori Emilflora, intende ripartire.

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Non vuole e non può fermarsi ma continua ad interrogarsi sulle cause del rogo che ha divorato due furgoni, le celle frigorifero dei fiori e il materiale per il confezionamento custoditi nel capannone di via Salara Vecchia.

Emiliano Mucci, grossista di fiori

Come è nata la sua attività?

“Quando finii di fare il militare, mio padre Mauro, che all’epoca aveva un socio, mi propose di cominciare a lavorare con lui, sempre in questo settore. Era novembre del 2000. Accettai, all'epoca facevo il garzone, andavo nei mercati a prendere i fiori e ho cercato di imparare il più possibile da mio padre, come una spugna. Dopo cinque o sei anni gli ho detto di voler continuare da solo, cercare di crescere e lui non è stato in grado di dirmi di no, mi ha dato carta bianca . Ho iniziato a prendere contatti con l'estero, per acquistare merce che qui non si trova, e un po’ alla volta siamo cresciuti, passando da un deposito di 15 metri quadri a uno di 280 metri quadri, con due furgoni. Non ho mai fatto il passo più lungo della gamba, sono stato sempre attento, anche a risparmiare. E i miei clienti per me sono amici, d’altronde me lo stanno dimostrando ora con messaggi stupendi”.

Com’è stato l’ultimo anno?

“A marzo 2020 mi è caduto il mondo addosso perché senza eventi, senza cerimonie, non lavoro. Sono stato male ma mi sono dato da fare comunque, per non stare seduto davanti alla tv. Ho ricominciato a fare delle piccole consegne, usando la macchina perché il furgone sarebbe stato troppo grande e costoso. Ero io a chiamare i clienti, a chiedere di cosa avevano bisogno e a consegnare i fiori per nascite, compleanni, funerali. Poi, cinque o sei mesi fa, ho ripreso il furgone e il lavoro andava quasi bene, mi accontentavo. Poi mi è successo questo guaio, l’incendio. E quando ho visto il capannone in fiamme mi sono messo a piangere tra le braccia di mio padre”.

E adesso, cosa ne sarà dell’attività?

“Spero di ripartire alla grande”.

Sì, ma come?

“Ho chiesto la collaborazione di un altro fornitore per servire alcuni clienti importanti, mentre sbrigo le faccende burocratiche. Dovrò trovare un furgone usato e più piccolo di quello che avevo, che era nuovo e bellissimo, devo trovare un magazzino e comprare un frigo. La vedo dura ma devo fare qualcosa, anche velocemente. Se riapro, assicuro tutto e installo le telecamere”.

Chi le dà la forza?

“Mio padre mi ha insegnato a lottare. E so di avere al mio fianco moglie e figli. “Se una caduta ti farà male, noi saremo sempre a fianco a te”, mi ha scritto mio figlio di 10 anni. Ecco chi mi dà la forza”.