seminario all’università milanese 

Doppiaggio, l’Accademia pescarese alla Bocconi

PESCaRA. “Il mondo del doppiaggio: le sfide di oggi e domani” è il tema del seminario all’Università Bocconi di Milano e che ha visto come relatore Walter Bucciarelli, abruzzese e fondatore dell'Accad...

PESCaRA. “Il mondo del doppiaggio: le sfide di oggi e domani” è il tema del seminario all’Università Bocconi di Milano e che ha visto come relatore Walter Bucciarelli, abruzzese e fondatore dell'Accademia del Doppiaggio, scuola nata nel 2003 che vanta una sede a Milano ma anche a Roma, Firenze, Padova e Pescara, città da dove questo progetto è nato insieme a doppiatori molto noti al grande pubblico come Christian Iansante e Roberto Pedicini.
L’evento, che ha visto la partecipazione anche di Guido Di Naccio, doppiatore che si è formato all'Accademia dove è diventato egli stesso docente, è stato moderato dal professor Fabrizio Perretti, docente del dipartimento di Management e Tecnologia della Bocconi.
I ragazzi presenti hanno capito il funzionamento di una sessione di doppiaggio, con ogni doppiatore che esegue le sue battute, chiamate anelli, andando in sincrono con le labbra dell’attore: «Il doppiatore deve riuscire a registrare in poche prove», ha spiegato Bucciarelli, «non ha a disposizione tanti tentativi. Ascolta la voce originale dell’attore in cuffia e doppia in italiano, non facendo una semplice traduzione, ma cercando di riprodurne l’emozione e lo stato d’animo».
Un confronto anche con il passato: «Se un tempo i doppiatori vivevano insieme le sessioni, registrando all’interno dello stesso studio tutti i dialoghi, oggi i tempi sempre più stretti e le possibilità tecnologiche portano i doppiatori a registrare solo le loro parti, senza assistere a quelle degli altri».
Risposte anche alle critiche che spesso vengono mosse nei confronti del doppiaggio, in particolare da chi pensa che sia un ostacolo all’apprendimento delle lingue: «Non è così», ha spiegato Bucciarelli, «perché permette a un numero vasto di persone di entrare in contatto con un prodotto culturale che, altrimenti, avrebbe una diffusione limitata. Il doppiaggio è sì un tradimento dell'opera originale, ma necessario per far immergere lo spettatore nel film, senza costringerlo a distrarsi con eventuali sottotitoli o a conoscere altre lingue». Quanto ai requisiti per diventare doppiatore: «Bisogna iniziare dalla dizione, parlare cioè un italiano standard senza inflessioni dialettali e accenti. Poi bisogna studiare e imparare. Importante è anche l'età: bisogna iniziare presto, perché chi è avanti con gli anni sarà sempre messo in secondo piano da chi, invece, ha iniziato prima e ha anni di esperienza alle spalle».