Due gallerie nel Morrone Il no di Popoli e dell’Aca
Il sindaco Santoro: «Follia bucare la montagna, a rischio le nostre sorgenti»
POPOLI. Il progetto di Rfi, per adesso, è una linea rossa tratteggiata che accarezza i comuni di Popoli, Bussi e Tocco da Casauria; ma al di là del grafico, quel progetto prevede due gallerie scavate nel ventre del Morrone, la prima di 9,8 chilometri e la seconda di 1,4, nella zona delle sorgenti del Giardino che danno acqua a Pescara, Chieti e a tutta la Val Pescara.
UN ALTRO TRAFORO?
Uno scavo di 11,2 chilometri, più del traforo del Gran Sasso: per realizzare quest’opera – un tratto del raddoppio della linea ferroviaria Pescara-Roma nel lotto tra Scafa e Pratola Peligna – ci vorrebbero almeno sette anni e mezzo di lavori per un costo di 930 milioni di euro, in caso di due gallerie, oppure 1.230 milioni nel caso di tunnel unico. Ma quello che spaventa davvero, dopo i danni inferti al Gran Sasso con la falda che si è abbassata di 600 metri a causa della costruzione della doppia canna tra Teramo e L’Aquila, è il rischio di perdere l’acqua custodita nel Monte Rotondo, 2.064 metri lungo la catena del Morrone. Un rischio che incombe proprio nel momento in cui l’Abruzzo è costretto a fare i conti con un’emergenza idrica che sembra senza fine. Lo sa il sindaco di Popoli Moriondo Santoro: «Sconsiglio, e non lo dico da sindaco di Popoli, di agire in quella zona perché potrebbero esserci problemi irreparabili per tutto l’Abruzzo». E lo conferma, tra le righe, anche la presidente dell’Aca Giovanna Brandelli: «Servono studi idrogeologici assolutamente dettagliati e comunque, prima di creare uno scenario di rischio per l’approvvigionamento idrico, bisogna valutare il quadro complessivo delle alternative progettuali».
I BINARI DELLA POLITICA
Il raddoppio della Pescara-Roma è una grande opera che si propone di diminuire i tempi di percorrenza da 3 ore e 40 minuti di oggi a circa due ore e mezza a fronte di un investimento di 16 miliardi di euro. Un’opera spinta dalla politica: il presidente della Regione Marco Marsilio crede nel progetto; e ci credono anche il premier Giorgia Meloni e il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini.
ORO BLU
Che il Monte Rotondo sia un giacimento d’acqua non è una leggenda: lo attesta anche la relazione idrogeologica del Piano di tutela delle acque della Regione Abruzzo. Quel documento dice che il massiccio alimenta «il corpo idrico sotterraneo principale» del Morrone. La relazione parla «di numerose sorgenti e incrementi di portata in alveo». Ecco perché bucare il Morrone potrebbe replicare il caso del Gran Sasso. «Quest’opera spaventa me e credo che dovrebbe spaventare tutti», avverte il sindaco di Popoli, «operare in quella zona, con le sorgenti del Giardino, credo che sia fortemente pericoloso nonostante tutti gli studi che si possano fare». Santoro è ancora più chiaro: «Credo che sia una pazzia nonostante l’importanza del progetto per l’Abruzzo ma bisogna studiare più attentamente le problematiche dei territori in cui si agisce e valutare anche i percorsi alternativi: ritengo», dice il sindaco, «che la linea Pescara-Roma ha tanti problemi da Sulmona a Roma, mentre tra Pescara e Sulmona con pochi accorgimenti si potrebbero avere tanti miglioramenti. Vedremo».
«moltissima attenzione»
Brandelli, alla guida dell’Aca, non è un politico ma fa l’ingegnere ed è abituata a parlare supportata dalla forza dei numeri e delle formule scientifiche: «Siamo in attesa di partecipare alla Valutazione di impatto ambientale del lotto che inciderà proprio sul Morrone. Come tecnico, da due anni credo che questo aspetto debba meritare moltissima attenzione».