Due piani del Comune invasi dall’acqua

Un atto vandalico ha mandato in tilt gli uffici, danneggiati computer e documenti. Gli autori forse ripresi dalle telecamere

PESCARA. Stanze invase dall’acqua. Controsoffitti crollati per le infiltrazioni. Documenti e computer bagnati. I dipendenti che ieri mattina si sono presentati in Comune a lavorare si sono trovati davanti a questo scenario. Negli uffici del secondo piano del palazzo dell’ex Inps c’erano circa dieci centimetri di acqua sul pavimento. Ancora peggio la situazione al primo piano, dove le infiltrazioni d’acqua provenienti dal piano superiore hanno fatto crollare intonaci, controsoffitti e hanno bagnato pile di documenti e pc. Gli uffici sono andati in tilt e ieri i dipendenti non hanno potuto lavorare.

I dipendenti, arrivati per primi in ufficio, hanno dato l’allarme. È stato contattato subito il dirigente del settore Lavori pubblici Pierpaolo Pescara, il quale ha chiamato a sua volta la ditta che si occupa della manutenzione per raccogliere l’acqua e i carabinieri. Nel frattempo, è stata scoperta la causa dell’allagamento. L’acqua proveniva da un bagno del secondo piano, più precisamente da un lavandino con il rubinetto spaccato e lo scarico volutamente tappato con una grossa quantità di carta. Sicuramente un atto vandalico compiuto, secondo le prime ricostruzioni, tra le 18 e le 19 di lunedì pomeriggio.

I carabinieri giunti sul posto hanno interrogato i dipendenti che hanno dato l’allarme e anche quelli che nel pomeriggio di lunedì erano al lavoro. Tra questi ultimi, anche un funzionario del settore Manutenzione che ha raccontato così le ultime ore del lunedì trascorse in ufficio. «Sono rimasto nella mia stanza fino alle 19», ha detto il funzionario, «ma non ho notato nulla di strano. Certo, non sono andato a controllare i bagni...».

In molti sospettano che si tratti di un atto vandalico commesso da qualcuno esterno, perché negli uffici del Comune può accedere chiunque dato che, soprattutto nelle ore pomeridiane, sono privi di controlli. Ma c’è un particolare notato da un impiegato che potrebbe far ricadere il sospetto su qualcuno all’interno dell’ente. O su qualcuno che conosce bene l’ambiente. L’acqua che ha invaso il secondo piano non proveniva solo dal lavandino tappato, ma anche da un tubo del lavandino che porta l’acqua al vicino distributore automatico di caffè sul corridoio. Quel tubo, solitamente chiuso con una chiavetta posizionata sotto il lavandino, lunedì sarebbe stato aperto per aumentare il deflusso dell’acqua per allagare le stanze e i corridoi del Comune. «Solo in pochi conoscono l’esistenza di quel tubo e della chiavetta sotto al lavandino», ha fatto presente l’impiegato.

Potrebbero essere le telecamere del Comune a svelare l’autore o gli autori dell’atto vandalico. Ieri Pierpaolo Pescara, quando si è recato al comando dei carabinieri per fare la denuncia contro anonimi, avrebbe consegnato i filmati registrati dalle telecamere, due esterne e una interna posizionata sulle scale. In compenso, non è stato ancora fatto un calcolo dei danni. L’acqua è arrivata negli uffici di ben tre servizi: Manutenzione e Lavori pubblici, al secondo piano e Politiche della casa, al primo. Sono stati danneggiati impianti elettrici, centraline Internet, intonaci, controsoffitti, computer. Decine di documenti bagnati rischiano di essere irrecuperabili.

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