E a fine maggio le analisi sul casco

Si tratta dell’esito dell’esame del Dna per stabilire se ci siano tracce di Nobile
PESCARA. Entro la fine di maggio si potrà conoscere l’esito dell’incidente probatorio voluto dai difensori di Mimmo Nobile (gli avvocati Luigi Peluso e Massimo Galasso), accusato della rapina al Centro agroalimentare di Cepagatti compiuta l’11 luglio 2022.
Il passaggio tecnico per l’esame del Dna richiesto dalla difesa, ma voluto dalla procura, dovrebbe stabilire se sul casco rimasto all’interno del Centro, e indossato da Nobile secondo la ricostruzione accusatoria, siano presenti tracce genetiche riconducibili all’arrestato Nobile. Si parla di capelli o residui di pelle, o di qualsiasi altro elemento che confermi la partecipazione in prima persona di Nobile a quella rapina insieme a Maurizio Longo: entrambi chiamati in causa da Renato Mancini che in quel colpo diede il suo appoggio logistico insieme a Fabio Iervese. In quella rapina, Nobile e Longo, secondo l’accusa, avrebbero rapinato la guardia giurata di circa 30 mila euro, portando via alla stessa guardia la pistola (forse proprio in questo passaggio, e per la reazione della guardia, si sarebbe slacciato il casco di uno dei rapinatori, poi lasciato sul posto). Se l’esame del Dna dovesse confermare la presenza di Nobile sul luogo della rapina, insieme alla confessione di Mancini, si chiuderebbe il cerchio sui presunti responsabili di quel colpo. E renderebbe più delicata anche la posizione dello stesso Nobile in relazione all’omicidio Albi, visto che la pistola usata per l'agguato al bar del Parco è stato accertato essere la stessa che prese Nobile subito dopo il colpo a Cepagatti. (m.cir.)