E a Moscufo si tira un sospiro di sollievo Operatori negativi 

L’Asl esegue verifiche sul personale in contatto coi 50 ospiti La prefettura: «La struttura è presidiata notte e giorno»

PESCARA. Tutti negativi i tamponi effettuati dalla Asl al gestore del centro di accoglienza straordinario di Moscufo, Francesco Felicione, e ai sei operatori che si occupano dei cinquanta migranti arrivati sabato scorso nella provincia di Pescara da Porto Empedocle (Agrigento). A riferirlo è il sindaco Claudio De Collibus che ieri mattina ha ricevuto le prime rassicurazioni dal coordinatore dell’emergenza Covid-19 del dipartimento di prevenzione della Asl di Pescara, Ildo Polidoro, in seguito al sopralluogo effettuato nei locali della palazzina Ariminum in via Cristoforo Colombo, lungo la strada che da Cappelle sul Tavo conduce a Moscufo, a pochi metri dal bivio Casone.
Un piccolo sospiro di sollievo per la comunità di circa tremila abitanti, piombata nel panico dopo l’allarme scattato nella giornata di lunedì, quando dai risultati dei tamponi effettuati dalla Asl erano emersi sette casi positivi al coronavirus tra gli extracomunitari, ribaltando di fatto i test sierologici effettuati dopo lo sbarco e risultati negativi. Le sette persone che hanno sviluppato il Covid, in base alle ultime informazioni ricevute, risultano asintomatiche e in buona salute. «Questo ci fa ben sperare», commenta il sindaco De Collibus, «anche gli operatori sono tranquilli perché hanno sempre utilizzato i dispositivi di protezione».
I migranti sono stati posti in isolamento all’ultimo piano dell’edificio. Ma il timore, sbandierato tra i residenti, è che la struttura possa diventare teatro di un possibile focolaio e che da qui il virus possa propagarsi a macchia d’olio nel resto del paese. In realtà, com’è stato spiegato più volte anche nel corso della riunione tecnica di coordinamento in Prefettura, presiedute dal prefetto di Pescara, Giancarlo Di Vincenzo, i 50 migranti non hanno mai avuto contatti con gli abitanti di Moscufo: sono stati isolati fin dal loro arrivo, avvenuto sabato scorso poco prima delle 7 a bordo di due autobus, e non gli è mai stato permesso di uscire dalla palazzina nella quale devono effettuare la quarantena. La struttura, infatti, è sorvegliata giorno e notte da dieci uomini delle forze dell’ordine che si alternano per scongiurare tentativi di fuga. Anche la parte retrostante, che si affaccia sulle campagne, è stata illuminata di notte con una torre faro portatile messa a disposizione dalla Protezione civile. «La struttura continuerà a essere presidiata h24 dalle forze di polizia al fine di evitare l’allontanamento dei migranti e ogni contatto con la popolazione locale», ha fatto sapere la prefettura attraverso una nota diffusa in serata.
In mattinata, invece, il personale del dipartimento di prevenzione della Asl è tornato al Cas di Moscufo «al fine di verificare le condizioni igienico-sanitarie della struttura e le condizioni di salute degli ospiti presenti, a seguito dell’esito dei tamponi dal quale è emerso che sette migranti sono risultati positivi al Covid». Dal sopralluogo, come evidenzia la prefettura, è emerso che «la struttura ha permesso un buon isolamento dei soggetti positivi, attualmente asintomatici». Le condizioni generali di salute degli ospiti al momento sono «buone». Anche grazie all’aiuto di un mediatore culturale, sono state fornite indicazioni sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. «Un sentito ringraziamento», conclude la prefettura, «va rivolto alla Asl per il monitoraggio continuo e costante, assicurato sin dal momento dell’arrivo dei migranti nella provincia di Pescara».
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