il dragaggio che non c’è scatena solidarieta’ e indignazione

E la marineria pescarese protesta: siamo sequestrati nel nostro porto

PESCARA. «La marineria pescarese è sequestrata nel proprio porto». Questo l’emblematico striscione con il quale i rappresentanti dei pescatori del capoluogo adriatico hanno deciso di partecipare in...

PESCARA. «La marineria pescarese è sequestrata nel proprio porto». Questo l’emblematico striscione con il quale i rappresentanti dei pescatori del capoluogo adriatico hanno deciso di partecipare in massa ieri alla manifestazione contro le politiche del lavoro stabilite a livello governativo e regionale.

Quella degli armatori pescaresi continua a essere una situazione paradossale, con le imbarcazioni letteralmente imprigionate in un porto ormai in secca per il mancato dragaggio. A bloccare lo scalo pescarese la solita burocrazia con il rimpallo delle responsabilità, dalla Regione al Governo e viceversa. Una situazione che però la marineria non è più disposta a sopportare. Il settore a Pescara annovera duecento aziende e diverse migliaia di lavoratori considerando l’indotto, un comparto che da sempre ha svolto un ruolo di traino per l’economia dell’intera città.

«In mare non andremo nemmeno a dicembre», sottolinea Mimmo Grosso, «siamo ormai completamente fermi dal 5 luglio. Continuano tutti a prenderci in giro e lo fanno solo per guadagnare tempo. Sul piano regolatore portuale, che dovrebbe rappresentare la soluzione di tutti i mali, non voglio nemmeno immaginare quali siano gli interessi che ci sono dietro». Il timore dei pescatori, fondato, è che non si possa uscire in mare nemmeno nei prossimi mesi.

«Se dovessimo rimanere a terra anche a gennaio e febbraio», minaccia Grosso in rappresentanza di tutti i pescatori pescaresi, «la politica non pensasse di poterci dare l’elemosina che sono stati i contributi erogati fino ad adesso, perché saremmo completamente fuori strada. In questo caso vorrà dire che non ci comporteremo più da persone civili. Vogliamo sapere e ci devono dire che fine dobbiamo fare. Si dovrebbero vergognare tutti. Inoltre», aggiunge, «è bene chiarire che non è sicuramente dipeso dalla nostra volontà esserci ritrovati in questa situazione con la quale siamo costretti a convivere. In molti dimenticano quanto sia importante anche l’indotto del settore della pesca. Mi dispiace dirlo, ma fanno schifo, hanno davvero rotto, è una vergogna. Chi si deve occupare del problema lo faccia e ci dica la verità sul dragaggio e sulle analisi dei sedimenti». Nel frattempo stamattina all’Arta verrà spiegata la situazione analitica dei sedimenti del porto di canale di Pescara.(l.z.)

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