E per i genitori di disabili resta la beffa degli sgravi

Il Superbonus 90% non prevede coefficienti dedicati per beneficiare degli aiuti Verzulli, di Autismo Abruzzo, rilancia la denuncia dopo le mail inviate ai ministri
PESCARA. Dall’Abruzzo viene rilanciata la denuncia che punta a far diventare nazionale il caso di una grave lacuna del Superbonus 90%. Lo Stato non ha ancora stabilito i coefficienti agevolati per familiari con disabilità grave. Una discriminazione che permane per migliaia di cittadini nonostante gli appelli. «Egregio ministro, diverse famiglie ci hanno segnalato difficoltà importanti per l'individuazione del proprio "quoziente familiare", necessario per l'attivazione delle agevolazioni previste per il Superbonus 90% riservato alle abitazioni singole per nuclei residenti nella prima abitazione». Così cominciava la mail che Dario Verzulli, presidente dell’associazione Autismo Abruzzo, ha inviato al ministro dell’Economia e Finanza, Giancarlo Giorgetti, per denunciare la penalizzazione nei confronti dei disabili. Una categoria vastissima che ha spinto Verzulli a spedire la stessa mail anche alla ministra per le disabilità Alessandra Locatelli, senza ottenere risposte utili né dal primo né dalla seconda. Chi invece ha replicato è stata l’Agenzia delle Entrare che ha finito per accrescere la rabbia.
Le agevolazioni del Superbonus, passate nel 2023 dal 110% al 90%, prevedono necessariamente per l'accesso un "quoziente familiare" al di sotto della soglia di 15.000 euro. Questa soglia è determinata in base una tabella allegata all’articolo 119 della norma che stabilisce i coefficienti da attribuire ad ogni membro del nucleo familiare. A titolo di esempio, a una famiglia costituita da 4 persone, due genitori conviventi e due figli di cui uno autistico, viene riconosciuto un coefficiente 1 per un genitore, ancora 1 per il secondo genitore, 0,5 per il primo figlio e 0,5 per il secondo, totalizzando il coefficiente complessivo 3. Con un reddito lordo familiare di 70.000 euro il quoziente sarebbe pari a 23.333 euro, superiore alla soglia di 15.000. Questa articolazione non permette a molte famiglie di accedere a uno strumento che agevola l'efficientamento e l'abbattimento delle barriere perché, senza un coefficiente dedicato alle persone con disabilità grave, risulteranno con un quoziente al di sopra della soglia. «Poiché la tabella è contenuta all’interno del decreto legge, non sono possibili interpretazioni diverse del dettato normativo: pertanto si conferma che per la determinazione del quoziente familiare non vi sono coefficienti diversi da applicare nel caso di familiari con grave disabilità», è stata la risposta del Fisco. Ma Verzulli non si arrende.