E per il centro storico l’assessore prende tempo

1 Aprile 2023

PESCARA. Scade domani l'ordinanza che nei locali di Pescara Vecchia spegne la musica dopo la mezzanotte, e non si sa ancora se a Pasqua le limitazioni ci saranno ancora. «Dobbiamo vedere cosa dicono...

PESCARA. Scade domani l'ordinanza che nei locali di Pescara Vecchia spegne la musica dopo la mezzanotte, e non si sa ancora se a Pasqua le limitazioni ci saranno ancora. «Dobbiamo vedere cosa dicono con precisione i dati dell’Arta e poi si deciderà il da farsi», spiega l’assessore comunale Alfredo Cremonese. E i dati dell’Arta, anticipati dal Centro due giorni fa, dicono che la causa dei rumori al centro storico non è la musica prodotta dai locali, ma il vociare della gente che si riunisce e transita in quelle strade. Se il vero problema è questo, ossia il carico antropico, per il presidente della Commissione commercio e attività produttive, Fabrizio Rapposelli, «sono sostanzialmente superflue e superate le ordinanze che bloccano le attività che non fanno neanche musica dal vivo», e «le restrizioni operate sono un errore, che non risolvono la questione e non assicurano il riposo notturno dei residenti». A suo dire, occorrono maggiori controlli in zona «per gestire le presenze, per prevenire e impedire atti di criminalità o di vandalismo». Di certo, per Rapposelli, non si possono né si devono «reprimere le attività che producono economia in una città che ha una chiara e conclamata vocazione turistica».
Preoccupatissimi, considerando anche che Pasqua è alle porte, sono i gestori dei locali e le associazioni di categoria, che sperano ora in un ripensamento. «Gli accordi», fa presente il presidente di Confcommercio, Riccardo Padovano, «erano che se i decibel si fossero abbassati, si azzerava tutto. Secondo me, comunque, non si dovrebbe mai arrivare ai provvedimenti restrittivi. Ci vuole un tavolo permanente in cui affrontare di volta in volta i problemi. Ricordo che questo per le imprese è un periodo di crisi. Prima i due anni di Covid, poi il caro energia». Per Cristian Odoardi, «ci sono strade alternative alla logica repressiva. In Italia ci sono centri da Parma a Genova in cui c’è una serena convivenza tra residenti e attività. Noi non possiamo permetterci che Pescara perda la sua vocazione turistico-commerciale, che l’ha contraddistinta per tanti anni. E poi», aggiunge, «se davvero gli sforamenti sono dovuti al vociare delle persone, paradossalmente l’ordinanza può amplificare il problema anziché ridurlo, penalizzando in più le attività, il commercio e tutta la città». Secondo Pietro Kus, referente per la zona di Confartigianato, «va trovato un punto d'incontro e ci vuole la collaborazione di tutti». «Se ci sono irregolarità e un’attività si comporta male, quella va punita. Non possono andarci di mezzo tutte. Il divertimento va regolamentato. Di certo non si può andare avanti con queste ordinanze. Venerdì sera, Pescara vecchia, in questo periodo solitamente affollata, era semideserta». «Continuare ad impallinare i locali», sottolinea il direttore di Confesercenti Gianni Taucci, «rischia di ridurre ancora di più i fatturati, mettendo a rischio la stabilità delle imprese e poi non si risolve neppure il problema. I residenti noi li abbiamo sentiti e ci hanno detto che il fastidio proviene da pochi locali e su quelli», suggerisce, «bisogna intervenire».