Ecco la cittadinanza per Zaki: «Il governo ora difenda Passeri»
Riconoscimento di Pescara e Chieti all’attivista arrestato in Egitto Un pensiero al pescarese in carcere: «Va riportato in Italia»
PESCARA. Doppia cittadinanza onoraria per l’attivista di origini egiziane ma ormai italiano Patrick Zaki, arrestato al Cairo il 7 febbraio 2020 e liberato l’8 dicembre 2021. Il conferimento, da parte delle città di Pescara e Chieti, è avvenuto ieri pomeriggio, al cinema Teatro Massimo, in occasione della presentazione del suo libro, “Sogni e illusioni di libertà. La mia storia”, nell’ambito del Fla - Festival di libri e altre cose. «Non è soltanto un onore, sono molto contento di ricevere la cittadinanza onoraria, non solo in quanto Patrick ma per tutte le istituzioni che si avvicinano al tema dei diritti umani», dice Zaki, visibilmente emozionato. E alla domanda su quali sono le reali condizioni dei detenuti in Egitto, anche in riferimento al 31enne pescarese Luigi Giacomo Passeri, in carcere da più di un anno per il presunto reato di spaccio internazionale di sostanze stupefacenti, precisa: «La sua situazione è diversa dalla mia, che da prigioniero politico non ho avuto le stesse condizioni e gli stessi trattamenti che solitamente vengono perseguiti per i detenuti che presumibilmente commettono crimini. Credo, però, fermamente che il governo italiano debba fare il massimo affinché Giacomo possa essere riportato in Italia, in modo da scontare le pena nel suo Paese, quindi secondo la legge italiana».
Sul palco del Massimo, per la consegna della cittadinanza onoraria di Pescara a Zaki, arrestato quando era ancora uno studente, la vicepresidente del consiglio comunale Michela Di Stefano (Pd) e il consigliere Paolo Sola del M5S, promotore dell’iniziativa già dal 2021, quando ha presentato un ordine del giorno, approvato all’unanimità. In sala, tra i presenti, anche i consiglieri comunali Francesco Pagnanelli, Massimiliano Di Pillo e Caterina Artese. In rappresentanza del Comune di Chieti c’era il consigliere Dem Paride Paci, anche lui promotore dell’iniziativa nel 2021.
Zaki, nel rispondere alle domande della giornalista Sara Lucaroni, si sofferma sull’importanza del sostegno e dell’affetto ricevuti nei venti mesi di prigionia: «Sono un privilegiato, perché in Egitto vi sono ancora più di 40mila prigionieri e bisogna continuare a lottare per il riconoscimento delle libertà e dei diritti umani».