Via di Sotto ieri mattina semi deserta (foto Giampiero Lattanzio)

PESCARA

Effetto autovelox, via di Sotto è semideserta. E Colle Innamorati scoppia

La paura delle multe spinge gli automobilisti a cambiare strada. Negozianti e residenti: "Il traffico è lievitato, ma senza marciapiedi si rischia"

 

PESCARA. Il via vai è continuo. Nonostante la strada sia piuttosto stretta, in via Colle Innamorati le automobili vanno e vengono a velocità sostenuta, ignorando il limite dei 30 chilometri orari. I mezzi sono parcheggiati a destra e a sinistra della carreggiata, anche se è vietato. E passano di frequente i bus, laddove il transito non sia ostacolato dalla sosta selvaggia. I pedoni si mantengono stretti al bordo della strada, non essendoci un marciapiede. Ecco cos’è via Colle Innamorati in un giorno qualsiasi, nel punto in cui si concentrano le uniche tre attività della zona.

Ultimamente i transiti sono aumentati: molti automobilisti, infatti, evitano la parallela via di Sotto perché l’autovelox vicino alla scuola Virgilio ha provocato una pioggia di multe (e la decurtazione dei punti dalla patente) per chi non ha rispettato i 30 km/h. La strada è diventata “off limits” per tanti timorosi, ma tra i pochi che la percorrono c’è ancora qualcuno che non si è accorto dell’autovelox, a giudicare dalla velocità.
In via Colle Innamorati «il movimento è aumentato, ultimamente. Ma qui la strada è sempre stata ad alta velocità», dice Brunella Franceschini, del panificio Travaglini, che qui vive e lavora e vede «le moto sfrecciare». A proposito di moto, un incidente stradale si è verificato sabato sera, tra uno scooter e un’auto, e ha riproposto «un problema vecchio, che c’è sempre stato, ed è difficile pensare a una soluzione. L’unica cosa che davvero si può fare è guidare usando la testa», dice Franceschini. «Il doppio senso è un macello, è pericoloso e crea problemi, questo è chiaro. Ma con il senso unico, che un tempo è stato istituito, qui non ci sarebbe più vita. Per noi sarebbe peggio, ne subiremmo noi le conseguenze, a livello commerciale. Si potrebbe pensare di limitare la velocità, ma non certo di posizionare un autovelox anche qui, tanto più che c’è stata una colonnina ma non funzionava. Magari si potrebbe pensare a un sistema per rallentare la velocità», suggerisce da dietro al bancone.
Dal circolo Over Hill Manuela D’Orazio e Sabatino Innocenti assistono al passaggio di auto e bus, costretti a frenare all’improvviso quando la strada si restringe (anche per la presenza dei mezzi in sosta). «Qui parcheggiano ovunque, anche davanti ai cancelli, e certe volte gli autobus devono aspettare diversi minuti, prima di passare. Corrono, eccome se corrono. E se passa qualcuno che non è della zona e non conosce la strada, rischia di andare a sbattere, perché si incrocia all’improvviso con i mezzi provenienti dall’altro senso. Se poi esci da un vicolo, rischi di essere finito».

Le suggestioni, in questo punto di Pescara, sono quelle di un piccolo borgo, tranquillo ma molto popoloso, «e d’altronde qui un tempo giocavamo a pallone per strada», ricorda Innocenti. Ma oggi è cambiato tutto, «le auto sono molte di più di una volta», prosegue D’Orazio. «Magari», concludono, «con il senso unico a scendere, le cose andrebbero meglio e sarebbe anche consentito parcheggiare. Le strade laterali, invece, si potrebbero
usare per salire».
Leo Cecamore, della tabaccheria Cecamore, potrebbe parlare all’infinito di questa strada e di quello che accade qui. «Ma la colpa non è della strada. Se chi guida va piano, certe cose non accadono», dice mentre comincia a servire un cliente arrivato in tabaccheria con 5 sanzioni, tutte riconducibili all’autovelox di via di Sotto, «perché lì basta un minimo di distrazione», dice l’automobilista sconsolato. Cecamore vede sfilare un bel po’ di clienti per pagare le multe di via di Sotto «e siamo arrivati anche a 50, 60 sanzioni al giorno. Da quando lì c’è l’autovelox, c’è più movimento in via Colle Innamorati. Ma su una strada si può solo andare piano» e il messaggio è rivolto in particolare a chi transita di notte, perché quando cala il sole «si corre parecchio».

Insomma «è tutto affidato alla coscienza degli automobilisti, visto che la strada è quella che è. Certo, si può pensare all’autovelox anche qui» e Cecamore ha ipotizzato di posizionare delle telecamere, ma più a scopo di sicurezza. Ennio Grugnale, uno dei suoi clienti, commenta che «30 chilometri orari sono troppo pochi, vanno bene per le biciclette» e infatti nessuno rispetta il limite. «Qui vanno almeno a 50-60 chilometri orari ma è pericoloso, e ci vorrebbero più controlli, ma con le pattuglie. La colonnina per rilevare la
velocità l’hanno tolta e i rallentatori, i dossi, rovinerebbero le auto».

In via Di Sotto, intanto, regna il silenzio. «Il calo è stato notevole, oggi è come durante il lockdown, e questo si riflette anche sulla nostra attività», dicono Christian Marini e Claudio Di Giacomo dall’officina al civico 97. «I nostri clienti sono spaventati: due sono stati sanzionati mentre venivano qui, una famiglia ha preso 16 multe, per 2.000 euro, e anche noi ci siamo capitati. Quando ci chiamano per fissare un appuntamento, ormai ricordiamo dell’autovelox. Ma per noi non risolve il problema perché, una volta superato quel punto, si accelera di nuovo. È solo una vessazione».

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