“Eleganza e voluttà” Il libro di Sorge apre le celebrazioni

PESCARA. Ieri il comune di Pescara ha dato ufficialmente il via alle celebrazioni per il 150° anno dalla nascita di Gabriele D’Annunzio, alla presenza di un ospite d’eccezione e in una data – San...

PESCARA. Ieri il comune di Pescara ha dato ufficialmente il via alle celebrazioni per il 150° anno dalla nascita di Gabriele D’Annunzio, alla presenza di un ospite d’eccezione e in una data – San Valentino, la festa degli innamorati – che hanno il valore simbolico di un riconoscimento alla modernità, alla passionalità e alla grandezza del poeta abruzzese.

Infatti sarà una donna, la giornalista e scrittrice Paola Sorge, ad aprire le danze dei festeggiamenti, con la presentazione del suo ultimo libro, “Eleganza e voluttà in Gabriele D’Annunzio” (Carabba Editore), alla presenza del sindaco Luigi Albore Mascia, dell’assessore alla cultura Giovanna Porcaro Sabatini e dallo studioso Andrea Lombardillo, alle ore 16.30 presso la Sala Consiliare del Comune di Pescara.

Come ha accolto l’invito da parte del comune di Pescara ad aprire la grande festa dedicata a D’Annunzio?

«Con grande grande gioia! Ho avuto molti riconoscimenti durante il corso della mia vita professionale ma, come dire, non bastano mai, soprattutto quando si tratta di riconoscimenti rivolti a un lavoro così duro come quella della scrittura. Immodestamente voglio dirlo, sento di aver meritato questo invito, non solo per i miei studi su D’Annunzio, ma anche perché le mie origini pescaresi e il mio amore per questa città credo mi rendano pienamente partecipe della sua storia».

Qual è il suo rapporto con D’Annunzio, ovvero con l’Abruzzo?

«Beh, un giornalista che mi intervistò tanti anni fa mi disse che io ero dannunziana per origine e per scelta… Origine nel senso che avevo questa nonna, molto bella, nobile, religiosissima, Vinca Delfico, pronipote di Melchiorre Delfico, bellezza immediatamente notata da D’Annunzio, che la conobbe prima che ella si fidanzasse e che prese a scriverle delle lettere bellissime: ogni lettera di D’Annunzio è un piccolo capolavoro, soprattutto quelle in cui parla di Michetti, Barbella e del cenacolo di Francavilla. Una di queste lettere mi ha fatto innamorare di D’Annunzio, mi ha portato a studiarlo e ha sicuramente riacceso il mio legame con la nostra regione».

Il libro, “Eleganza e voluttà”, una sorta di emblema che cerca di racchiudere l’intera vocazione dannunziana.

«La mia è essenzialmente una raccolta di articoli in cui vengono mostrati diversi aspetti di D’Annunzio. Eleganza e voluttà perché è tipicamente la cifra dannunziana, elegante e voluttuoso lo fu da sempre, sin da quando era ragazzo, inoltre questo titolo riprende un mio articolo che scrissi negli anni ’90 per Vogue. Il carattere frammentario ed eccezionale dello scrittore è stato il materiale con il quale di volta in volta mi sono “scontrata” nella mia attività giornalistica con il quotidiano La Repubblica, un tipo di scrittura e di informazione che spesso deve assumere la tipologia di scoop per rivolgersi al largo pubblico. Ricordo ancora una poesiuola hard inedita di D’Annunzio che pubblicai, proprio nelle pagine culturali de La Repubblica, che poi in questo libro riporto con “i puntini”… Abbiamo dovuto chiedere l’autorizzazione direttamente al direttore, Eugenio Scalfari!».

Cosa lasceranno di D’Annunzio a D’Annunzio, all’intera cultura italiana, questo 2013 e le celebrazioni per i 150 anni dalla sua nascita?

«Da un lato, umilmente, ti dico che non posso saperlo. Dall’altro ti rispondo citando lo stesso D’Annunzio, il quale disse che solo dopo settant’anni sarebbe stato capito appieno, ebbene di anni dalla morte ne son passati 75, dunque credo che ci siamo. Mi auguro che in questo anniversario, con l’apporto di tutti gli studiosi, si possa arrivare a sfrondare questo personaggio da tutti i pregiudizi e i tabù che hanno pesato sulla valutazione globale della sua esperienza umana e artistica.

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