Elezioni a Pescara, Masci: «Volevo vincere ancora, ora riparto con i cantieri»

25 Luglio 2025

Masci, sindaco di Forza Italia, torna in sella con pieni poteri: «Un mese sprecato. Se si fosse votato ad agosto, i pescaresi avrebbero scelto un’altra volta me»

PESCARA. Carlo Masci, sindaco eletto due volte al primo turno – nel 2019 (51,33%) e anche nel 2024 con il 50,95% dei voti e un distacco di oltre 10mila preferenze sul primo dei rivali – non è più confinato nel girone dell’ordinaria amministrazione e degli atti indifferibili e urgenti: sospesa la sentenza del Tar che aveva fermato il Comune di Pescara. Masci torna sindaco al 100% della città più popolosa d’Abruzzo. E tra un mese non ci sarà un pezzo di elezioni comunali (27 sezioni per 16mila pescaresi). Ma, alla fine, a Masci, un po’ dispiace che il 24 e 25 agosto non si andrà più alle urne: il sindaco avrebbe voluto rivincere sul campo anche quelle elezioni parziali. «È vero», dice, «mi sarebbe piaciuto tornare al voto subito e avevo invitato i miei avversari a sostenere questa ipotesi, perché poteva rimettere le cose a posto anche dal punto di vista morale: questa città», sottolinea Masci, «non meritava gli attacchi che ha subito. Sembrava quasi che questa fosse una città dove si poteva fare qualsiasi cosa, invece Pescara è una città in cui la legalità, la serietà e la giustizia prevalgono sempre e avrei voluto che tutto questo fosse confermato dalle urne».

È passato un mese dalla sentenza del Tar di Pescara: per un sindaco che ha rivendicato oltre 100 milioni di euro di lavori del Pnrr portati in città, quanto è stato lungo questo mese?

«È stato un mese lunghissimo, perché mi sono sentito sporcato da tutto quello che è successo: a me interessa soprattutto l’aspetto morale, della serietà e di una comunità che sta crescendo in maniera esponenziale e quindi, quando ho sentito che qualcuno diceva che Pescara sembrava la città del male assoluto, non potevo e non posso accettarlo. Oggi torniamo nei pieni poteri e, dunque, il Consiglio di Stato ha ritenuto che il sindaco in carica potesse rimanere tranquillamente in Comune».

E quali saranno i primi atti da nuovo sindaco?

«Continuo a fare tutti gli atti che abbiamo fatto fino ad oggi: la parola d’ordine è continuità. In città abbiamo portato molto di più di 100 milioni di euro di investimenti».

Non si voterà, almeno per adesso, nelle 27 sezioni incriminate e si torna alla normalità: è contento?

«Molto contento: questo mese è stato un mese di grande follia, sui giornali abbiamo letto di tutto quando il vero danneggiato era proprio il sindaco che aveva perso i pieni poteri. Oggi invece torniamo nella pienezza delle nostre funzioni, sia il sindaco che la giunta che il consiglio comunale: la sentenza del Tar è sospesa e il Consiglio di Stato riesaminerà quella sentenza e tutta la procedura il 18 dicembre. Quindi, siamo veramente molto fiduciosi che le cose possano cambiare perché quella sentenza, lo abbiamo sempre detto, non la condividevamo affatto. Però avevamo anche detto che eravamo pronti ad andare al voto, perché comunque il vero giudice della politica è sempre il cittadino che si esprime con una croce su una scheda. E anche dal riconteggio era emerso che io avevo vinto al primo turno».

E se si fosse votato il 24 e il 25 agosto come sarebbe andata?

«Io credo che i cittadini avrebbero confermato questa maggioranza che governa da sei anni la città, mi interessava soprattutto dal punto di vista della serietà della città: il voto avrebbe sancito una vittoria che c’è stata nel 2019 e che è stata confermata nel 2024, una vittoria al primo turno mai successa per due volte di seguito a un sindaco di Pescara, una vittoria che ha creato un distacco fra me e il primo degli avversari di 10.200 voti, quindi credo che mai i cittadini si siano espressi in maniera così chiara e penso che l’avrebbero fatto anche il 24 e il 25 agosto».

E allora sarebbe stato meglio votare?

«Di fronte agli attacchi ricevuti dall’opposizione di sinistra e 5 Stelle, sempre con toni inquisitori – attacchi alla città perché poi il vero danneggiato è il sindaco che aveva vinto al primo turno ma poi si è visto dimezzare i propri poteri a danno della città ovviamente – ho detto che ero pronto a tornare al voto: mi premeva riconfermare quello che i cittadini avevano detto il 9 giugno dell’anno scorso. Adesso, però, andiamo avanti ben sapendo che ci sono mille ragioni perché quella sentenza del Tar venga riformata totalmente al Consiglio di Stato».

E la sospensiva del Consiglio di Stato è la vittoria di chi?

«Ha vinto la città».