Elezioni a rischio annullamento Il Tar: vanno ricontrollati i voti

18 Novembre 2024

Il Tribunale amministrativo incarica la prefettura di verificare gli scrutini delle amministrative di giugno Nel mirino, le operazioni all’interno di un centinaio di sezioni sulle 170 (più 4 speciali) in cui si è votato

PESCARA. Si va al ricontrollo delle schede elettorali dell’8 e 9 giugno scorsi a Pescara, con il rischio di vedere annullate le elezioni che hanno poi sancito la vittoria al primo turno del sindaco Carlo Masci, con il 50 per cento raggiunto con uno scarto di 584 voti sul candidato del centrosinistra Carlo Costantini. La verifica, affidata al prefetto Flavio Ferdani («con facoltà di delega a uno o più funzionari») è stata disposta dal Tar Abruzzo alla fine della camera di consiglio di venerdì scorso sul ricorso che ad agosto avevano presentato una candidata non eletta della lista “Carlo Costantini sindaco di Pescara” e un’altra cittadina vicina alla stessa lista. Al centro dell’istanza, la richiesta di annullare o correggere gli esiti delle operazioni elettorali viziate, secondo le ricorrenti, da un quadro di «diffusa illegittimità» che avrebbe inficiato la genuinità del voto. In sostanza, le molteplici irregolarità formali segnalate potrebbero aver influenzato la correttezza del procedimento.
I TEMPI E adesso, a distanza di tre mesi dal ricorso, arriva la risposta del Tar che nell’ordinare l’istruttoria alla Prefettura, pur non accogliendo il ricorso, implicitamente presuppone, a monte, dei margini di fondatezza e verosimiglianza delle censure ipotizzate, dettando così i tempi della verifica: entro il 15 dicembre va concluso il controllo ed entro il 5 gennaio va depositata la relazione. L’udienza è già fissata al 7 febbraio.
SCHEDE DA CONTROLLARE Dal ricontrollo delle schede è interessato un centinaio di sezioni sulle 170 (più le 4 speciali) in cui si è votato in città: per 50-60 bisognerà verificare il numero delle schede autenticate e non autenticate; per 20-30 sezioni, invece, il controllo riguarderà i voti attribuiti ai candidati a sindaco.
GLI SCENARI Una volta ultimata la verifica, il Tar potrebbe rigettare il ricorso, e dunque avanti così. Oppure, sulla base degli “errori” riscontrati, potrebbe annullare i voti di alcune o più sezioni, ordinando di rivotare anche solo in quelle sezioni, per poi dare il via a un nuovo conteggio e verificare se sono confermati i voti che hanno portato alla vittoria di Masci al primo turno.
SCHEDA BALLERINA Sono cinque i motivi del ricorso. Il primo riguarda le schede autenticate, legate allo spettro della scheda ballerina, la stessa, una sola, che all’inizio di quest’anno è costata l’annullamento delle elezioni 2023 di Atri. Secondo quanto documentato nel ricorso, a volte non sono indicate le schede autenticate, a volte non sono indicate le schede avanzate e a volte non ridà il conteggio tra quelle autenticate votate, e quelle avanzate. E qui s’insinua il sospetto, tutto da verificare, della scheda ballerina: se dalla sezione escono schede autenticate, che mancano poi al conteggio, non può escludersi, rimarcano le ricorrenti, che quelle stesse schede autenticate siano state utilizzate per condizionare il voto. Come? Dall’esterno si consegna all’elettore una scheda già votata e all’uscita lo stesso elettore, che ha infilato nell’urna quella scheda, porta la scheda autenticata, ma non utilizzata, ricevuta in sezione all’atto del voto: è quella la scheda ballerina che servirà per un altro voto pilotato.
SCHEDE SCOMPARSE Il secondo motivo riguarda le schede, scomparse, consegnate dalla Prefettura al Comune e poi ai presidenti di seggio. Ebbene, le ricorrenti hanno ricostruito che in Comune sono scomparsi 156 verbali di consegna, su 170, delle schede elettorali. In una sezione, in particolare, sarebbero state rinvenute durante lo scrutinio delle schede che non erano bollate.
VERBALI IN BIANCO Terzo motivo, riscontrato in 15-20 sezioni: l’ufficio centrale elettorale presieduto dal presidente del tribunale si è ritrovato in molti casi nella impossibilità di accertare il numero di voti. E questo perché a volte i verbali di sezione erano bianchi, privi dunque dei requisiti di forma sostanziali, laddove, nel procedimento elettorale, la verbalizzazione, si rimarca nel ricorso, è un presidio al principio di libertà, segretezza e genuinità del voto. Un’altra difficoltà di conteggio, oltre a quella dei verbali in bianco, è data dal fatto che ci sono anche verbali in cui i numeri dei voti indicati sono diversi da quelli riportati nelle tabelle di scrutinio, rosse e nere. La giurisprudenza prevede che in questi casi, che pure possono accadere, “comandano” le tabelle di scrutinio, in quanto il verbale si redige successivamente: l’ufficio può prendere le tabelle di scrutinio e utilizzare quei dati anche correggendo. Ma, viene fatto presente nel ricorso, nel caso delle amministrative pescaresi di giugno, l’ufficio centrale non ha dovuto fare solo questo, perché spesso anche le stesse tabelle di scrutinio, quelle rosse e quelle nere che dovrebbero essere identiche, esprimevano dei dati discordanti tra loro. E per venirne fuori l’ufficio elettorale si sarebbe dato dei criteri contestati nel ricorso in quanto privi di valore oggettivo: o ha preso, tra i due risultati della tabella, quello che coincideva con il risultato del verbale oppure, quando non c’era neanche questa coincidenza, ha preso direttamente il solo dato del verbale di sezione. Ed è anche su questi verbali di sezione, corretti anche a matita, che il Tar ha chiesto di verificare, con il rischio che si arrivi ad annullare il voto anche di una sola sezione.
VOTANTI RIAPPARSI Il quarto motivo, che riguardava il registro dei votanti che in 14 sezioni erano scomparsi, è venuto meno dopo che, successivamente al ricorso, sono stati ritrovati.
IL VOTO DISGIUNTO Il quinto motivo è relativo a una serie di contestazioni sui voti: a volte risultavano più votanti che schede, a volte i voti disgiunti non collimavano e a volte, come successo in una sezione, un terzo degli elettori avrebbe votato solo per il sindaco. Il 7 febbraio la sentenza.