Emergenza suicidi in Abruzzo: ecco la proposta di legge in Parlamento per fermare il fenomeno

12 Settembre 2025

In Abruzzo dal 2020 al 2022, si sono registrati 266 casi. Il senatore aquilano Liris (FdI) presenta un piano per intercettare i segnali di disagio e prevenire: «Protocolli clinici per dare sostegno concreto»

​​​​L’AQUILA. In Abruzzo e nel resto d’Italia, i suicidi crescono a un ritmo che non può più essere ignorato. A pagare il prezzo più alto sono i giovanissimi, socialmente isolati o coinvolti in sfide online senza ritorno, e i detenuti, vittime del sovraffollamento con un sistema incapace di offrire sostegno e prospettive. I numeri parlano chiaro: secondo l’Istat, nel triennio 2020-2022, in Abruzzo si sono registrati 266 suicidi. Per gli anni successivi, non esistono ancora dati ufficiali; a livello nazionale le cifre sono ancora più inquietanti: solo nel 2023, 6.700 persone hanno chiesto aiuto a Telefono Amico Italia, mai così tante, con una crescita del 24% rispetto all’anno precedente. Di queste, ogni giorno, almeno dieci si arrendono e mettono fine alla propria esistenza. Di fronte a questa emergenza, il senatore aquilano Guido Liris, dirigente medico in aspettativa e capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Bilancio, ha presentato un disegno di legge in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio. Un testo, articolato in dieci punti, che chiama in causa Parlamento, enti del terzo settore e medici di medicina generale, spesso i primi a intercettare segnali di disagio.

«L’obiettivo è scrivere nuovi protocolli clinici, potenziare il piano nazionale e garantire un sostegno concreto a chi si trova in difficoltà. Occorre accrescere la consapevolezza sul fenomeno e rafforzare le misure di prevenzione perché questo significa, letteralmente, salvare vite umane», spiega Liris. L’annuncio è arrivato durante la conferenza stampa dal titolo “Suicidio: rompere il silenzio e costruire un piano nazionale di prevenzione”, che si è tenuta mercoledì scorso nella sala Caduti di Nassirya del Senato. «L’ampiezza del fenomeno è grande ma non c’è un sistema strutturato di monitoraggio», prosegue il senatore, «è urgente rompere il silenzio, sensibilizzare l’opinione pubblica e chiedere il supporto delle Istituzioni per migliorare la capacità del Paese di prevenire il fenomeno».

Se i dati Istat raccontano di un fenomeno in crescita, c’è però anche un segnale che indica la strada da seguire: «Sempre più persone», spiega Liris, «prima di compiere un gesto estremo, scelgono di chiedere aiuto: è il caso di Telefono Amico Italia, che negli ultimi anni ha visto aumentare costantemente le richieste di sostegno un flusso tale da spingere l’organizzazione ad ampliare il proprio servizio». Dal settembre 2024 i volontari rispondono ogni giorno dalle ore 9 del mattino fino a mezzanotte, un’ora in più rispetto al passato: «Una finestra di ascolto più ampia, che può fare la differenza per chi si trova sull’orlo della disperazione».

Ma non ovunque ci sono segnali incoraggianti: secondo la rivista Sistema penale, che collabora con la Bocconi di Milano, il 2024 ha fatto segnare il record assoluto di suicidi in carcere da oltre trent’anni, da quando il dato viene monitorato dalle statistiche ministeriali: sono stati 90 i detenuti che si sono tolti la vita. In ogni caso, è stato superato il triste primato del 2022, quando furono 84.

In questo contesto, il disegno di legge presentato dal senatore Liris si pone l’obiettivo di istituire un piano nazionale di prevenzione del suicidio. La proposta prevede linee guida e protocolli uniformi per la gestione del rischio, strumenti di monitoraggio e campagne di sensibilizzazione, percorsi di formazione anche tra insegnanti, oltre a collaborazioni tra istituzioni, scuole, luoghi di lavoro e famiglie. Centrale anche il ruolo delle associazioni già operative sul territorio e l’istituzione di un registro nazionale al ministero di prevenzione del suicidio, con il compito di monitorare il fenomeno e raccogliere dati epidemiologici, integrando le informazioni già disponibili da enti e istituzioni competenti.

«L’impianto normativo non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, in termini di risorse strumentali, umane e finanziarie», conclude il senatore.