Estorsioni, bomba sotto casa di un pensionato a Spoltore

Un 60enne di Tollo pretende 35mila euro da un pensionato di Spoltore. Prima lo minaccia, poi fa esplodere un cassonetto

SPOLTORE. È un 60enne pregiudicato di Tollo, A.P., l’uomo accusato di tentata estorsione ai danni di un pensionato di Spoltore, dal quale pretendeva 35mila euro per presunte prestazioni lavorative eseguite in passato in favore dell’anziano. Il 60enne avrebbe minacciato la vittima con lettere minatorie anonime e sarebbe arrivato a compiere un attentato, facendo saltare in aria con un ordigno esplosivo un cassonetto della spazzatura, contenente carta da riciclare, in via Italia, a Villa Raspa, vicino l’abitazione del perseguitato.

Al termine delle indagini, scattate dopo l’esplosione del bidone, il 60enne è stato identificato dai carabinieri della compagnia di Pescara, coordinati dal tenente Antonio Di Dalmazi, che ieri gli hanno notificato l'ordinanza, emessa dal tribunale, del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa.

L’indagine è partita l’11 agosto, dopo la deflagrazione di un ordigno di piccole dimensioni in un cassonetto della carta. Era un martedì, giorno in cui, a Spoltore, gli addetti alla raccolta differenziata ritirano a domicilio i mastelli bianchi della carta e del cartone. L’attentatore pensava, probabilmente, che con la carta contenuta nel bidone sarebbe stato più semplice innescare l’esplosione e far divampare il fuoco. In prima battuta, i carabinieri intervenuti sul posto hanno pensato ad un atto di vandalismo, a un petardo fatto scoppiare da qualche teppista, ma le successive indagini hanno consentito di accertare che si trattava di un gesto ben più grave: un attentato intimidatorio nei confronti di un pensionato residente in zona.

L’anziano di Villa Raspa finito nel mirino dell’attentatore riceveva minacce da qualche mese, attraverso sms e lettere anonime. Nello stesso periodo era stato contattato più volte dal 60enne di Tollo che gli chiedeva con ostinazione 35.000 euro, soldi che pretendeva per lavori, diceva, eseguiti in precedenza. Quando l’anziano spoltorese si è rifiutato di pagare, sono iniziati gli atti intimidatori.

Nel corso delle indagini i militari dell’Arma sono riusciti a ricostruire tutta la vicenda, individuando l’estorsore. Poi, una perquisizione a casa di A.P., a Tollo, ha portato al rinvenimento del normografo usato per le lettere minatorie, di un piccolo ordigno esplosivo come quello utilizzato per l’attentato in via Italia e di un libro dal quale il 60enne ha tratto le frasi usate nelle lettere.

A seguito delle indagini, tenendo conto di quanto emerso, il giudice per le indagini preliminari ha emesso il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima. Ora i carabinieri intendono accertare se l’estorsore abbia agito con l’aiuto di complici.

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