Evasione fiscale, le intercettazioni. D’Alonzo e la caccia agli sponsor: «Le farmacie devono scaricare»

L’inchiesta di Pescara. Il rappresentante della squadra di calcio a 5 Real Dem di Montesilvano alla collaboratrice Di Pentima: «Di Stefano di Tollo mi fa 60mila euro, immagina a Pescara». E se la prende con una commercialista
PESCARA. È in una lunga conversazione tra Enzo D’Alonzo, principale protagonista dell’inchiesta nelle mani del procuratore aggiunto Anna Rita Mantini e del sostituto Luca Sciarretta (con 15 indagati) sulle finte sponsorizzazioni alla sua squadra di calcio a 5 da parte di imprenditori che poi rientravano del 75% delle somme versate, e la sua amica e stretta collaboratrice, Norma Di Pentima (anche lei esponente della Lega), che emergono una serie di iniziative imprenditoriali nelle quali i due volevano lanciarsi con l’appoggio di personaggi appartenenti al mondo della Lega dove gli stessi erano inseriti.
A CACCIA DI FONDI «Di Pentima», si legge nel provvedimento del gip che ha disposto il sequestro d’urgenza di diverse centinaia di migliaia di euro a carico di D’Alonzo e altri due collaboratori, fra cui la moglie, «riferisce di aver saputo da un ex parlamentare socialista dell’esistenza di fondi per diversi milioni per la ristrutturazione di edifici scolastici: “mo ti devo parlare di una cosa” dice a D'Alonzo “che c’è da guadagnare anche per te. Ma non conosciamo nessuno negli istituti da ristrutturare?”». Ma si parla anche della costruzione di un nuovo supermercato Lidl a Montesilvano e di prendere contatto con un avvocato che curerebbe quella realizzazione. E poi ancora della trattativa «per l’acquisto del Chieti Calcio che un avvocato ha “in corso” e che vede coinvolto anche D’Alonzo».
SPONSOR E VOTI E infine i due tornano a parlare della ricerca di sponsor per incrementare i guadagni e questa volta è D’Alonzo a lamentarsi per non aver ricevuto il richiesto appoggio da parte di una commercialista in quota Lega, introdotta nel settore. «Io le ho detto», dice D’Alonzo, «che non mi doveva dare lo sponsor o che... ma mi vuoi fare conoscere, mi vuoi presentare, cioè cazzo, io ti ho presentato a te per farti votare». E ancora: «Io dico, tu fai la commercialista, stai nelle farmacie, ci starà una che deve scaricare ok? Quindi io ti chiedo una cosa che tu tra l’altro ci fai bella figura, perché è vero che sono cose delicate, ma è anche vero che una volta che tu dai dimostrazione di cosa... poi la gente si attacca», e Norma gli risponde «eh perché grazie, gli conviene».
LA FARMACIA DI TOLLO E qui D’Alonzo tira fuori uno dei suoi migliori sponsor, il farmacista ed ex senatore Fabrizio Di Stefano. «Io ho la farmacia di Di Stefano che mi fa 60 mila euro... di Tollo. Tu non puoi immaginare quanto le farmacie devono scaricare e devono fare sponsorizzazioni, quindi quale biglietto da visita se tu...tan, tan. Pensa Di Stefano, di Tollo, mi fa 60mila, tu immagina questi di Montesilvano, di Pescara». Ma poi, parlando con il suo “socio” Gianpiero Zaffiri, lancia una bordata all’ex senatore quando dice che ha dovuto anticipargli i soldi: «A gennaio io gli ho dato 23 mila euro al buon farmacista, capito? E tu devi capire che questi ultimi che mi ha fatto venerdì, sono dopo sei mesi, capito? Sono quella crusca che vado a fare io per la squadra». Ribadendo, secondo l’accusa, il metodo D’Alonzo che restituisce agli sponsor il 75% delle somme versate come sponsorizzazioni permettendo loro di evadere il fisco.
«MANCANO 34MILA EURO» E altrettanto duro ed esplicito D’Alonzo è quando scrive una mail a un cliente (procurato dall’allenatore Vittorio Sirolli, altro indagato) che gli avrebbe dovuto portare una certa cifra in sponsorizzazioni: «Fra dieci giorni chiudiamo la stagione, non mantenere la parola con me o noi chiamala come vuoi, può avere poca importanza visto la poca conoscenza, nonostante i favori di assegni fatti, ma il Sirollo per te ci ha messo la faccia, definendoti un galantuomo. Ti dico questo perché come sai all'appello mancano 34 mila euro dei promessi con varie mangiate e diversi incontri».
TESSERATI FITTIZI Le sponsorizzazioni erano per l'associazione “Asd Real Dem Calcio a 5” di Montesilvano, una delle due società gestite da D’Alonzo; l'altra, la “Asd Nobel Boys Calcio a 5”, secondo gli investigatori della finanza, era una “cartiera” in quanto non partecipava a nessun campionato e annovera esclusivamente tesserati fittizi «dai quali D’Alonzo reperisce il denaro contante per i fittizi compensi per lavoro sportivo elargiti. Alcuni di questi nulla hanno a che fare con lo sport e il calcio a 5 e vengono reperiti da familiari e amici di D’Alonzo, persone di fiducia dai quali ha la certezza della restituzione in contanti degli importi elargiti con assegni».